La prolungata esposizione a polveri tessili per motivi di lavoro potrebbe essere correlata ad un alto rischio d'insorgenza dell'artrite reumatoide (RA), una malattia caratterizzata da un'infiammazione cronica dei tessuti articolari. Inoltre, le persone sottoposte a tale fattore scatenante sembrano essere soggette anche ad una maggiore probabilità di risultare positive agli ACPA, anticorpi in grado di accelerare la progressione della patologia. Questi sono i dati emersi da un'indagine osservazionale pubblicata sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases e condotta in Malesia su un campione di circa 1800 donne.
L’artrite reumatoide (RA) è una malattia progressiva fortemente invalidante che coinvolge le varie articolazioni del corpo, soprattutto quelle di mani e polsi, provocando dolore, rigidità, tumefazione e deformità. Spesso può interessare altri organi ed apparati, come il cuore, i polmoni, gli occhi e la cute. L’eziopatogenesi della RA non è ancora ben chiara, ma una delle ipotesi più accreditate fa riferimento ad un evento scatenante che, in un soggetto geneticamente predisposto, può condurre ad un'attivazione incontrollata del sistema immunitario e ad un conseguente processo infiammatorio cronico. Alcune variazioni genetiche del sistema HLA sembrano predisporre alla malattia, come, ad esempio, la presenza di alleli HLA-DRB1 con 'epitopi condivisi' (HLA-DRB1 SE).
Lo studio condotto in Malesia ha visto coinvolte 910 donne con diagnosi di artrite reumatoide in forma precoce, e 910 donne sane di controllo. La scelta di includere nell'indagine solo soggetti di sesso femminile è motivata dal fatto che, in questo Paese, sono pochissimi gli uomini che lavorano nell'industria dei tessuti. Le partecipanti sono state sottoposte ad una serie di domande e ad esami del sangue effettuati allo scopo di rilevare la presenza di ACPA, 'anticorpi anti proteina citrullinata' denominati anche anticorpi anti-CCP (anticorpi anti peptide ciclico citrullinato).
I risultati ottenuti attestano che 41 donne con artrite reumatoide (4,5%) e 15 donne sane del gruppo di controllo (1,7%) sono state esposte a polveri tessili. In altri termini, le donne che hanno lavorato nel settore tessile hanno evidenziato una probabilità di sviluppare la RA quasi tre volte maggiore in confronto a quelle che non si sono mai trovate in questo contesto professionale.
Inoltre, l'esposizione alle polveri tessili sembra essere associata anche ad un alto rischio di positività agli ACPA. Nel 63% delle pazienti con RA è stata rilevata la presenza di questi anticorpi, mentre in circa il 40% sono stati riscontrati alleli HLA-DRB1 SE. Le donne risultate portatrici di questi alleli ed esposte a polveri tessili hanno evidenziato una probabilità di essere positive agli ACPA circa 39 volte maggiore rispetto a quelle non soggette ai due fattori di rischio.
I ricercatori spiegano che l'associazione tra polvere tessile e rischio di RA potrebbe dipendere dalla forma delle piccole fibre di tessuto, che le rende in grado di penetrare in profondità nei polmoni. D'altra parte, il processo infiammatorio che caratterizza la malattia potrebbe anche essere scatenato da batteri presenti nelle particelle di polvere, oppure dalle diverse sostanze chimiche utilizzate nella lavorazione dei tessuti. In ogni caso, sono gli stessi ricercatori a specificare che dagli esiti di uno studio osservazionale non è possibile giungere a conclusioni definitive in merito alle cause di una malattia, soprattutto se si indaga su un disturbo multifattoriale come l'artrite reumatoide.