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In Italia sono circa 200.000 le persone con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali. Per ogni singolo paziente, si calcola una spesa sanitaria annua che si aggira intorno ai 20.000 euro

L'Istituto Giapponese di Cultura, a Roma, ha recentemente ospitato il Convegno 'Malattia di Crohn e colite ulcerosa: nuove soluzioni terapeutiche per due patologie croniche e invalidanti', un incontro, organizzato con il contributo non condizionato di Takeda, in cui istituzioni, clinici, sanitari, pazienti ed economisti hanno aperto un confronto reciproco per analizzare le criticità e valutare i modelli virtuosi di gestione di queste due patologie infiammatorie, allo scopo di individuare il migliore e più appropriato percorso terapeutico.

Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) colpiscono circa 2,2 milioni di persone in Europa e circa 200.000 in Italia, con un rapido e progressivo aumento di casi ad esordio in età pediatrica: infatti, il 25% dei nuovi casi nella popolazione generale ha meno di 20 anni. “Le malattie infiammatorie croniche intestinali colpiscono prevalentemente la popolazione giovane ed hanno un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti. L'incidenza della colite ulcerosa e della malattia di Crohn si attesta, rispettivamente, sugli 8/100.000 e 5/100.000 nuovi casi all'anno”, ha spiegato Monica Boirivant, Dirigente di Ricerca Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione preclinica e clinica dei Farmaci, Istituto Superiore di Sanità (ISS). “La prevalenza delle malattie infiammatorie croniche intestinali presenta una notevole variabilità secondo il Paese di origine, da meno di 1 a più di 20 casi per 100.000 abitanti. Considerate molto più frequenti nei paesi del Nord rispetto a quelli del Sud Europa, negli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento d'incidenza anche nell'Europa mediterranea”.

A livello mondiale, il costo annuale per la sanità pubblica per malattia di Crohn e colite ulcerosa è di oltre 30 miliardi di euro. Si calcola che in Italia vengano spesi tra i 19.000 e i 23.000 euro in costi diretti per singolo paziente/anno, con un impatto dei costi indiretti sul totale della spesa per queste patologie che va dal 54% al 69%, intendendo per costi indiretti la ridotta produttività, le spese previdenziali e i pensionamenti anticipati. “E' stato calcolato che il costo per paziente con malattia di Crohn durante il primo anno di malattia è di circa 6.000 euro, mentre quello relativo alla colite ulcerosa è di circa 3.000 euro. È evidente come una diagnosi precoce e una corretta scelta terapeutica possano condizionare il decorso della patologia e ridurre le spese legate alla necessità di utilizzare terapie più costose, e ad eventuali complicanze che possono diventare in futuro irreversibili”, ha aggiunto Matteo Ruggeri, Docente di Politica Economica dell'Università Cattolica e Responsabile dell'Area Health Economics e Hta di Altems-Ucsc.

Proprio il tema della sostenibilità delle nuove terapie, che negli ultimi anni hanno rivoluzionato l'approccio a queste patologie, è stato al centro del dibattito. L'immissione sul mercato dei farmaci biologici ha consentito una migliore gestione della patologia e dunque del paziente. L'obiettivo del medico, infatti, non è più quello di raggiungere un semplice miglioramento dei sintomi, ma quello di arginare l'infiammazione della mucosa e le complicanze a lungo termine della patologia, così da evitare l'utilizzo cronico di steroidi, ridurre le ospedalizzazioni e prevenire gli interventi chirurgici legati alle complicanze, senza contare le mancate assenze dal posto di lavoro.

Da alcuni mesi, i medici hanno a disposizione una nuova opzione terapeutica, vedolizumab, un anticorpo monoclonale antagonista dell'integrina alfa4beta7 ad azione selettiva a livello intestinale, indicato sia per la colite ulcerosa che per la malattia di Crohn in forme da moderate a gravi e non responsive ai trattamenti farmacologici convenzionali.

Vedolizumab si somministra mediante infusioni endovenose della durata di 30 minuti, al dosaggio raccomandato di 300 mg a 0, 2 e 6 settimane, e successivamente ogni 8 settimane. Sviluppato e commercializzato da Takeda, in Europa il farmaco è attualmente disponibile in 19 Paesi, inclusa l’Italia. Ulteriori informazioni su vedolizumab sono disponibili sul sito Takeda.com.

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