L'autodiagnosi per la Gluten Sensivity è pericolosa oltre che molto costosa
La celiachia è una malattia intestinale cronica causata dall'intolleranza al glutine. È caratterizzata da un'enteropatia immunomediata, associata a cattiva digestione e malassorbimento della maggior parte delle sostanze nutritive e delle vitamine. Recentemente però è diventata una moda, con tanto di autodiagnosi e autoprescrizioni, che però non fanno che alimentare il businnes del “senza glutine” e svuotare il portafogli dei consumatori per una dieta che rischia di essere perfino dannosa.
La denuncia arriva da Gino Roberto Corazza, direttore della Clinica medica della Fondazione Irccs San Matteo di Pavia e esperto di celiachia. In un articolo sulla rivista Annals of Internal Medicine, lo specialista avverte: i numeri della Gluten Sensivity sono tutti da verificare, e chi si autoprescrive alimenti senza glutine va incontro a grossi pericoli.
La Gluten Sensitivity, sensibilità al glutine, non è la celiachia. E’ una sorta di intolleranza alimentare che si manifesta con sintomi intestinali o extraintestinali che migliorano o scompaiono dopo la sospsensione del glutine in soggetti risultati negativi ai test diagnostici per la celiachia (biopsia e controllo degli anticorpi specifici nel sangue). Anche se il valore clinico di questo concetto è in discussione, la prevalenza di sensibilità al glutine nella popolazione generale si suppone essere molte volte superiore a quella della malattia celiaca. “Il tam tam mediatico su questo argomento, negli ultimi mesi - spiega Corazza - è stato massiccio, nonostante l'assenza di esaurienti argomenti scientifici. Non basta l'autodiagnosi per affermare, come hanno fatto alcuni, che in Italia 6 su 100 soffrono di questa malattia”.
Chi utilizza questa dieta senza controllo medico si espone però a dei rischi. Gli accertamenti diagnostici per verificare l’esistenza della vera celiachia sono fondamentali (biopsia intestinale e ricerca degli anticorpi specifici nel sangue) perché la malattia può essere accompagnata da patologie importanti come artriti, tiroidite, diabete, osteoporosi, infertilità. Passare direttamente all’autodiagnosi, unicamente su base sintomatica, può quindi causare il mancato riconoscimento di patologie importanti oltre che mandare in rosso il conto in banca dei presunti celiaci. L’autodiagnosi non è solo rischiosa, ma rischia anche di prosciugare il conto in banca dei consumatori.
I prezzi sono infatti esorbitanti: 16 euro per 1 chilo di lasagne, quasi 10 per una confezione di bucatini, 4 euro e 40 centesimi per 240 grammi di pizza, 3 euro e 99 per 150 grammi di cracker, 6 euro e 41 per 300 grammi di mini-baguette, 3 e 80 per 200 grammi di merendine.
Secondo Corazza, l'unico mezzo diagnostico oggi a disposizione per la Gluten Sensitivity è la rilevazione dei sintomi dopo una dieta con e senza glutine, somministrata da uno specialista.