Presentato il XII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità di Cittadinanzattiva
E' stato presentato a Roma il XII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, dal titolo 'Permesso di cura', presentato a Roma dal Coordinamento nazionale delle Associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva, che analizza nel dettaglio i costi a carico delle famiglie in cui ci sono pazienti affetti da malattie croniche. Il responso è quantomeno drammatico: i pazienti spendono più di 1.000 euro in un anno per visite ed esami a domicilio e circa 650 euro per farmaci non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Curarsi o curare un paziente malato di patologie croniche o rare, è quasi un 'lusso' che non ci si può permettere, perché molte spese sono a carico dei pazienti e molto spesso sono insostenibili.
Il 54% delle associazioni ritiene troppo oneroso il carico assistenziale non garantito dal Servizio sanitario nazionale: si spendono in media 1585 euro all'anno per la cosiddetta prevenzione terziaria come diete e attività fisica, 9.082 euro per la badante o 7.390 euro per la retta annuale in strutture residenziali. E ancora 900 per parafarmaci tra cui integratori e pomate, 737 euro annui per dispositivi medici come cateteri e siringhe, 537 per protesi e ausili. Non c'è da stupirsi che i costi, diretti ed indiretti, della malattia risultino insostenibili per un numero crescente di pazienti e di famiglie, con la conseguenza che spesso non ci si cura in modo adeguato.
Ma quello economico è solo uno dei problemi legati alla cronicità. L'altro aspetto critico riguarda la difficoltà di conciliare l'orario di lavoro con le esigenze di cura, problema rilevato dall'84% delle associazioni, che hanno ricevuto molte segnalazioni di licenziamenti nei confronti di persone con patologie croniche o nei confronti dei familiari che li assistono. Un disagio tanto sentito che spesso, in contesti lavorativi, si ritiene preferibile "nascondere" la malattia.
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