La gestione delle complicanze emorragiche e trombotiche in diversi ambiti disciplinari è un tema di cruciale importanza che prevede una conoscenza trasversale di molte tematiche e soprattutto la possibilità di condividere esperienze e percorsi diagnostico terapeutici.
E’ richiesto, pertanto, che le diverse figure coinvolte nella gestione di pazienti con complicanze trombotiche e/o emorragiche possano condividere conoscenze ed opzioni di diagnosi tempestiva e cure efficaci.
Le complicanze emorragiche di pazienti in terapia con anticoagulanti , siano essi antagonisti della vitamina K, inibitori diretti della trombina o del Fattore X attivato, o ancora eparine a basso peso molecolare, possono comportare, nei casi piu gravi, il ricorso alla figura del rianimatore, che, oltre a supportare le funzioni vitali del paziente, dovrà affrontare il problema della valutazione di un eventuale accumulo in circolo di tali farmaci che potrebbe essere al tempo stesso causa e conseguenza dell’evento emorragico. In tali condizioni potrà essere necessario fare ricorso a concentrati diversi di fattori della coagulazione, la cui somministrazione tuttavia, dovrà essere in qualche misura monitorata e ben calibrata in funzione del rischio trombotico o tromboembolico preesistente, che ha portato alla prescrizione in quel paziente di farmaci anticoagulanti, oltre all’effetto pro trombotico intrinseco all’uso degli stessi concentrati.
Inoltre, complicanze emorragiche sono spesso osservate in pazienti critici e particolarmente in quelli con sepsi, condizione in cui si assiste ad un consumo di fattori della coagulazione. In particolare, è stato descritto un differente rischio emorragico a seconda della modalità scelta per le procedure di dialisi che talvolta sono necessarie (emodialisi intermittente [IHD] vs emofiltrazione continua veno venosa [CVVH]).
Trattandosi di pazienti critici, che spesso hanno caratteristiche molto dissimili l’uno dall’altro, non sono disponibili in letteratura dati robusti basati sulle evidenze relativamente alla stragrande maggioranza degli aspetti che l’esperto in coagulazione insieme al rianimatore/intensivista , ematologo, patologo clinico si trova ad affrontare.
Inoltre, circa la terapia anticoagulante orale con antagonisti della Vitamina K (AVK) esiste una grande variabilità individuale dose risposta in gran parte legata a determinanti genetici , ma anche alle interferenze farmacologiche, le abitudini alimentari o la presenza di patologie intercorrenti del paziente. Circa l uso degli inibitori diretti della coagulazione (DOAC) , la loro recente introduzione nella pratica clinica a fronte di una limitatissima conoscenza della gestione delle complicanze emorragiche, implica la urgente necessità di una condivisione multidisciplinare di pareri di esperti.
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