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“Le maggiori società scientifiche e professionali nazionali ed internazionali coinvolte nel problema della raccolta, della conservazione e dell’uso del sangue cordonale come fonte di cellule staminali ematopoietiche nei trapianti, e in particolare gli ematologi pediatri con maggiore esperienza di trapianto e conoscenza delle patologie con indicazione al trapianto di staminali in età pediatrica, hanno sempre incoraggiato, da più di 10 anni, la conservazione pubblica del SCO, sia per trapianti solidali, non dedicati (cioè, per chiunque ne abbia bisogno), che per trapianti dedicati a familiari del neonato, su precisa indicazione medica, ma non la conservazione privata per ipotetici trapianti autologhi futuri. Questa posizione è stata costantemente confermata anche negli ultimi 5 anni, sia pure con accenti differenti”. Questo si legge nel rapporto recentemente pubblicato dalla Federazione Italiana ADOCES – Associazione Donatori Cellule Staminali Ematopoietiche in merito all'attuale dibattito sulla donazione, raccolta e conservazione del sangue del cordone ombelicale e ai problemi di ordine scientifico, legale, medico ed etico impliciti nella tematica.
Ecco alcune delle ultime risoluzione in materia.

In data 19.05.2004, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa , in base al parere espresso dalla Commissione Europea sul bancaggio del sangue di cordone ombelicale, ha pubblicato le seguenti raccomandazioni:
* le banche di SCO istituite nei Paesi membri dovrebbero accogliere donazioni volontarie e altruistiche e mettere le unità raccolte a disposizione per trapianti allogenici e per la ricerca scientifica correlata;
* gli Stati Membri e i loro servizi di Sanità pubblica non dovrebbero promuovere la  conservazione del SCO per uso autologo, né permettere la costituzione di banche a tale scopo;
* la popolazione deve ricevere informazioni precise su vantaggi e svantaggi delle banche di SCO;
*la possibilità di usare le CSE del proprio cordone ombelicale per una Medicina rigenerativa è del tutto ipotetica, e la ricerca in questo campo ancora in uno stadio molto precoce;
* la legittimità delle banche commerciali di SCO per uso autologo dovrebbe essere messa in discussione poiché vendono un servizio che non ha, ad oggi, alcun uso reale quanto ad opzioni terapeutiche.

Nel 2006, la WMDA (World Marrow Donor Association) ha pubblicato la seguente dichiarazione:

*la WMDA appoggia l’istituzione di banche pubbliche di SCO per donazioni volontarie e altruistiche;
*la possibilità che unità autologhe di SCO vengano usate per trapianto è molto piccola ;
*attualmente non c’è nessuna prova che tali unità potranno essere utilizzate per terapie rigenerative o per curare altre malattie in futuro.

Nel 2007, l’ASBMT (American Society for Blood and Marrow Transpantation) ha dato le seguenti raccomandazioni:
*i genitori in attesa devono essere incoraggiati a donare il SCO dei loro neonati ad una banca pubblica;
*essi devono essere informati che, anche se è possibile acquistare un bancaggio privato del SCO, la probabilità che un SCO conservato per uso personale sia effettivamente utile al loro figlio è estremamente ridotta, e che le conoscenze attuali sulla vitalità a lungo termine del SCO e sulle possibilità di successo del trapianto autologo di SCO sono molto limitate;
*pertanto, la conservazione del SCO per uso personale non è raccomandata;
*il bancaggio familiare (raccolta e conservazione del SCO per un membro della famiglia) è raccomandato quando c’è un figlio con una malattia che può essere trattata con successo col trapianto allogenico.

Oiezioni etico-sociali sulla raccolta e conservazione autologa del SCO sono state formulate da molte associazioni scientifiche e professionali, e da vari comitati etici, in America ed in Europa. Nel 2009, Kaimall e coll., in base ad un calcolo obiettivo dei costi e dei possibili benefici della conservazione privata del SCO, hanno concluso che tale pratica è utile solamente per le famiglie che hanno un rischio molto alto di avere figli con malattie che necessitano del trapianto di CSE.
E’ utile, e solo in queste famiglie, raccogliere il SCO dai neonati sani e conservarlo per i figli eventualmente malati di malattie da curare col trapianto allogenico di CSE. Per quanto riguarda l’Italia, la raccolta e la conservazione del SCO nelle famiglie a rischio di malattie genetiche con indicazione al trapianto (per esempio, la beta-talassemia) è prevista e  normalmente attuata nelle banche pubbliche come LEA. Non c’è pertanto alcun motivo per ricorrere da parte dei genitori alle banche private estere a pagamento


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