In Italia sono un milione e mezzo le persone positive al virus dell’HCV (virus dell'Epatite C) e sono circa 1.000 i nuovi casi diagnosticati ogni anno. Molti sono i farmaci anti-virali ad azione diretta sviluppati per questa patologia, come quelli presentati all'International Liver Congress, evento promosso dall'EASL (European Association for the Study of the Liver). Gli studi presentati all'International Liver Congress, riguardanti i farmaci anti-virali per l'HCV, sono principalmente cinque: ION-1, ION-2, ION-3, TURQUOISE-II, SAPPHIRE-II.
I nuovi farmaci, che promettono di rivoluzionare il trattamento delle infezioni da HCV, dovrebbero essere in commercio già dalla fine dell'anno, ma purtroppo si preannunciano costosi e difficilmente sostenibili per molti sistemi sanitari, il che rende scettici alcuni esperti.
“In primo luogo, in assenza di un efficace programma di screening – ha affermato il dottor Raymond Chung, Liver Center del Massachusetts General Hospital e Università di Harvard - l’infezione da HCV continuerà ad essere diagnosticata tardivamente nelle nazioni ricche, e addirittura a non essere affatto diagnosticata in quelle a basso income. Il costo degli antivirali ad azione diretta (DAA) sarà tale da precluderne del tutto l’impiego nei Paesi economicamente più svantaggiati, mentre negli altri porterà ad individuare solo particolari sottogruppi di pazienti, ai quali somministrarli. Infine, rimane sempre la possibilità di una reinfezione, anche dopo una terapia pienamente curativa. Insomma, l’arrivo dei nuovi DAA rappresenta una vera e propria rivoluzione terapeutica, ma è solo un primo passo verso l’eradicazione dell’HCV, che ad oggi non ha ancora un vaccino”.