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Gilead Sciences Inc. ha annunciato che la Commissione Europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio per Harvoni® (ledipasvir 90 mg/sofosbuvir 400 mg), il primo regime basato su una sola compressa da assumere una volta al giorno per trattare la maggior parte delle infezioni da virus dell’epatite C cronica di genotipo 1 e 4 nei pazienti adulti. Harvoni combina l’inibitore di NS5A  ledipasvir (LDV) con l’inibitore analogo nucleotidico della polimerasi sofosbuvir (SOF), approvato dalla Commissione europea con il nome commerciale Sovaldi® nel gennaio 2014.

Ledipasvir/sofosbuvir è indicato per il trattamento dell’infezione da virus dell’epatite cronica C (HCV) negli adulti ed è raccomandato nei pazienti mai trattati in precedenza e già trattati in precedenza, cirrotici e non cirrotici, con virus di genotipo 1 e 4, per un trattamento della durata di 12 o 24 settimane, a seconda dell’anamnesi terapeutica e dello stato della cirrosi.

Nei pazienti con virus di genotipo 1 mai trattati in precedenza può essere preso in considerazione un trattamento di 8 settimane con ledipasvir/sofosbuvir. Nei pazienti con virus di genotipo 1 e 4 con cirrosi scompensata e nei pazienti con virus di genotipo 3 con cirrosi e/o fallimento di un trattamento precedente, ledipasvir/sofosbuvir deve essere utilizzato in associazione con ribavirina per 24 settimane. Harvoni è indicato anche nei pazienti con HCV con co-infezione da HIV.

L’autorizzazione all’immissione in commercio rilasciata è basata sul programma di sviluppo clinico che ha incluso più di 2000 pazienti con virus dell’epatite C (HCV), e fa seguito a una valutazione accelerata da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali, una denominazione che viene concessa a nuovi farmaci che rivestono un interesse critico per quanto riguarda la salute pubblica. Questa denominazione consente la commercializzazione di ledipasvir/sofosbuvir in tutti i 28 Paesi dell’Unione europea (UE).

“In Europa i pazienti affetti da epatite C di genotipo 1 e i medici che li hanno in cura stavano aspettando un trattamento avanzato come questo da decenni”, ha dichiarato Graham Foster, FRCP, Professore di Epatologia presso la Queen Mary University di Londra. “Con ledipasvir/sofosbuvir abbiamo la possibilità di trasformare le modalità di trattamento delle persone che in Europa convivono con la forma più diffusa di epatite C. Ora possiamo prevedere  tassi molto elevati di SVR, e nel caso di molti pazienti siamo in grado di eliminare la necessità delle iniezioni di interferone e dell’utilizzo di ribavirina e offrire loro una cura costituita da una singola compressa da assumere una volta al giorno”.

L’autorizzazione all’immissione in commercio è sostenuta principalmente dai dati provenienti da tre studi di Fase 3, ION-13, ION-24 e ION-35. Questi studi hanno valutato 8, 12 o 24 settimane di trattamento con ledipasvir/sofosbuvir, con o senza ribavirina, in quasi 2000 pazienti con HCV di genotipo 1 e con malattia epatica compensata.

Questi studi hanno incluso pazienti non cirrotici mai trattati in precedenza (ION-3), pazienti cirrotici e non cirrotici mai trattati in precedenza (ION-1) e pazienti cirrotici e non cirrotici che avevano fallito una precedente terapia con un regime a base di interferone, ivi inclusi regimi contenenti un inibitore della proteasi dell’HCV (ION-2). L’endpoint primario di ogni studio era una risposta virologica sostenuta (HCV non rilevabile) 12 settimane dopo il completamento della terapia (SVR12). I pazienti che raggiungono una SVR12 sono considerati guariti dall’HCV. In questi studi, ribavirina non ha dimostrato di aumentare i tassi di risposta. I partecipanti allo studio clinico nei bracci senza ribavirina (n = 1080) hanno ottenuto tassi di SVR12 del 94-99%.

L’approvazione è stata supportata anche dai dati preliminari degli studi clinici SOLAR-1, che ha valutato pazienti difficili da trattare con cirrosi scompensata e pazienti sottoposti a trapianto di fegato, ed ERADICATE, che ha valutato pazienti con HCV di genotipo 1 co-infetti da HIV.1 L’endpoint primario in questi studi era la SVR12. Al momento dell’inoltro della domanda di autorizzazione, erano disponibili solo i risultati preliminari. Nel corso dello studio SOLAR-1 i pazienti con cirrosi scompensata trattati con un regime terapeutico di 12 settimane con ledipasvir/sofosbuvir più ribavirina hanno avuto un tasso SVR4 del 90% (n = 45/50). Nei pazienti post-trapianto di fegato senza malattia epatica scompensata, i tassi di SVR4 sono stati superiori al 95 per cento (n = 109). In un’analisi ad interim dello studio clinico ERADICATE, 40 dei 50 pazienti hanno completato le 12 settimane post-trattamento e hanno avuto tassi di SVR12 del 98% (n = 39/40).

Lo studio clinico ELECTRON-2, uno studio di Fase 2 condotto in aperto, ha fornito dati preliminari sui pazienti con infezione da HCV di genotipo 3, dimostrando il 100% (n = 26/26) di SVR12 quando ledipasvir/sofosbuvir è stato utilizzato in associazione con ribavirina per 12 settimane.

In questi studi clinici, stanchezza e mal di testa sono stati più comuni nei pazienti trattati con ledipasvir/sofosbuvir rispetto a quelli trattati con placebo.

Ledipasvir/sofosbuvir è stato approvato dalla US Food and Drug Administration e da Health Canada nell’ottobre 20147 e in Nuova Zelanda nel novembre 2014. Le domande regolatorie per ledipasvir/sofosbuvir in Giappone e in Svizzera sono attualmente in corso. Sovaldi (sofosbuvir) come singolo agente è approvato per l’uso nell’Unione europea e negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Egitto, Svizzera e Turchia.

Informazioni sulla sicurezza

Prima di iniziare la terapia con ledipasvir/sofosbuvir si deve consultare il riassunto delle caratteristiche del prodotto dei medicinali co-prescritti.
Ledipasvir/sofosbuvir non deve essere somministrato in concomitanza con altri medicinali contenenti sofosbuvir.
Nel corso degli studi clinici, stanchezza e mal di testa sono stati più comuni nei pazienti trattati con ledipasvir/sofosbuvir rispetto a quelli trattati con placebo.

Le controindicazioni includono ipersensibilità ai principi attivi o a uno qualsiasi degli eccipienti. La co-somministrazione con rosuvastatina o erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) è controindicata. La co-somministrazione con alcuni induttori della glicoproteina P (P-gp, come rifampicina, carbamazepina e fenitoina) non è raccomandata. Si raccomanda il monitoraggio di digossina e dabigatran quando questi farmaci vengono utilizzati in concomitanza con ledipasvir/sofosbuvir. La co-somministrazione con alcuni regimi antiretrovirali per l’HIV richiede cautela e un frequente monitoraggio renale. Nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale la sicurezza non è stata stabilita. Per i pazienti in cura con statine deve essere presa in considerazione una riduzione della dose e deve essere implementato un attento monitoraggio degli eventi avversi causati dalle statine (miopatia e rabdomiolisi). Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto è disponibile all’indirizzo www.ema.europa.eu.


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