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È pericoloso il COVID-19 per un asintomatico Wolff-Parkinson-White (WPW)? Si tratta di mio figlio di 36 che vive e lavora a Londra ed è parrucchiere.

Risponde il Prof. Giuseppe Limongelli, Cattedra di Cardiologia all’Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" di Napoli, AORN Azienda Ospedaliera dei Colli (Monaldi-Cotugno-CTO) di Napoli, Direttore del Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania

Grazie della domanda. A parte l’attività lavorativa (che è tra quelle a rischio), il WPW è una sindrome aritmica che può presentarsi con vari gradi di complessità, e richiedere o meno una terapia come profilassi. Allo stesso modo, l’infezione COVID-19 può presentarsi con gradi diversi di severità, da forme asintomatiche (sembra siano le più frequenti) a forme polmonari/sistemiche che possono richiedere l’utilizzo di farmaci. Alcuni di questi farmaci (azitromicina, antivirali, idrossiclorochina) possono avere un potenziale pro-aritmico (in alcuni casi, allungando il tratto QT), che potrebbe sommarsi a terapie già seguite da pazienti con WPW. Quindi, il rischio può essere individuale, a seconda della tipologia di WPW, terapia seguita dal paziente, e dalla severità infezione COVID-19, con eventuale ricorso a terapie mirate.

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