Il nuovo ‘cocktail’ di farmaci ha funzionato sulle scimmie e dal 2014 verrà sperimentato sull’uomo
Se funzionasse milioni di persone sarebbero libere dall’assunzione a vita di farmaci
Roma – Fino a una decina d’anni fa sviluppare l’AIDS era una condanna a morte e l’essere affetti da HIV significava comunque prendere moltissimi farmaci e per tutta la vita per tenere il virus sotto controllo. Oggi la situazione è cambiata, le terapie sono migliori, il numero di somministrazioni di farmaci giornaliere drasticamente sceso e, soprattutto, la scienza punta ormai dritta a una cura che sia in grado di indurre una remissione totale della malattia. E’ il sogno di molti, che però adesso, grazie ad una ricerca pubblicata su Retrovirology, sembra aver compiuto un importante passo avanti nella direzione giusta. Un passo che vede i ricercatori italiani in prima fila.
A coordinare il team italo – americano è stato infatti Andrea Savarino dell’Iss. L’Equipe ha aggiunto alla terapia antiretrovirale due farmaci, l’auranofin, un composto a base di sali di oro già conosciuto, e, per la prima volta, la butionina sulfossimina, un agente chemiosensibilizzante (Bso), ottenendo così, nei macachi usati come modello (il più vicino all’Aids umano), dopo un periodo di sospensione della terapia, una remissione della patologia. La combinazione di farmaci ha, in pratica, rimpiazzato gradualmente e senza provocare effetti collaterali i linfociti “malati” con cellule nuove e perfettamente funzionanti, anche se, in un primo momento, non è riuscita a prevenire un’iniziale ricarica del virus.
“Risulta evidente – osserva Iart Luca Shytaj, collaboratore del dr. Savarino e primo autore dell’articolo pubblicato su Retrovirology - come una branca specifica del sistema immunitario venga stimolata dall’aggiunta di BSO al cocktail di farmaci e possa eventualmente mimare un’autovaccinazione contro il virus”.
“Monitorando i macachi – afferma Savarino – ben presto abbiamo potuto constatare che le nuove cellule immuni respingevano con forza il virus, riportando così le scimmie in perfetta salute”.
I ricercatori stanno ora programmando l’inizio di un trial clinico nei primi mesi del 2014. L’annuncio verrà dato nel corso della conferenza su “Hiv persistence during therapy” che si terrà a Miami il prossimo dicembre alla presenza dei maggiori esperti nel campo, provenienti da tutto il mondo.
Rarissimi i casi precedenti di “guarigione”
A parte qualche raro caso di guarigione ottenuta trattando molto precocemente e regolarmente i pazienti con la terapia antiretrovirale, una vera e propria cura per l’Aids è stata ottenuta solamene nel caso di Timothy Brown, conosciuto come “il paziente di Berlino”, e forse (è ancora da valutare) in due recenti casi riportati a Boston. In questi pazienti, che soffrivano anche di tumori del sangue, sono state applicate tecniche invasive e pericolose per rimuovere le cellule del sistema immunitario (incluse quelle che nascondevano il virus dell’Hiv) e sostituirle con nuove cellule libere dal virus e dal cancro.