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Il sarcoma sinoviale (SS) è un tumore dei tessuti molli raro e aggressivo, responsabile del 7-8% di tutti i sarcomi maligni umani. Anche se colpisce generalmente gli adulti, circa il 30% dei casi si verifica nei bambini e negli adolescenti.

Al fine di identificare nuovi fattori prognostici (capaci cioè di far prevedere l’evoluzione della malattia) e potenziali bersagli terapeutici, un team di ricercatori coordinati dal Dr. Stefano Ferrari Responsabile Chemioterapia dei tumori dell'apparato locomotore dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, ha valutato un panel di marcatori coinvolti nella chemiotassi - capacità di un tumore di spostarsi e dare metastasi - e nella crescita tumorale. Tra questi, il recettore per le chemochine CXCR4 (un marcatore che gioca un ruolo critico nella progressione del cancro) e il fattore IGFR1 (un marcatore dello stimolo alla crescita).

Lo studio, pubblicato su Orphanet Journal of Rare Diseases, ha dimostrato che l’espressione nucleare dei recettori IGFR1 e CXCR4 nelle cellule tumorali
influenza negativamente la sopravvivenza nei pazienti affetti da Sarcoma Sinoviale. Lo studio ha sottolineato inoltre che i pazienti che esprimono IGF-1R trarrebbero benefici dalla chemioterapia, mentre al contrario, per i pazienti che esprimono CXCR4, la chemioterapia sarebbe addirittura inutile.

Sono stati analizzati 88 pazienti (45 di sesso femminile e 43 di sesso maschile) tra gli 11 e i 63 anni, con un’età media di 37 anni. Nel 70% dei pazienti (60 soggetti), la dimensione della lesione tumorale era inferiore ai 5 cm; in 30 pazienti (34%) il tumore si presentava con un modello istologico bifasico. Tutti i soggetti avevano subìto un intervento chirurgico, il 56% dei pazienti erano stati precedentemente sottoposti a radioterapia adiuvante (RT) e il 68% a chemioterapia adiuvante. I pazienti sono stati osservati per un tempo medio di 6 anni (1-30 anni): la sopravvivenza a 5 anni (OS) è stata in totale del 70%, del 63% per i pazienti positivi all’espressione di IGFR1 e del 73% per i pazienti negativi a IGFR1. Allo stesso modo, la sopravvivenza a 5 anni è stata del 47% nei pazienti positivi a CXCR4 positivi e dell’86% nei casi negativi. Non è stata individuata alcuna relazione tra IGFR1, espressione CXCR4 e variabili cliniche. I ricercatori però raccomandano ulteriori approfondimenti per comprendere il ruolo dettagliato del CXCR4 come potenziale bersaglio nei pazienti affetti da questo tipo di sarcoma.

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