Una nuova tecnica, a base di Smartphone e ologrammi, potrebbe rendere più accessibile la diagnosi precoce dei tumori, anche nelle aree prive dei mezzi per garantirla.
Questa nuova tecnica, descritta sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e sviluppata dai ricercatori americani del Massachusetts General Hospital, guidati da Ralph Weissleder, è chiamata D3 (Diagnosi per diffrazione digitale) e permette di registrare le immagini dei tessuti malati, di immagazzinare i dati relativi a più di 100.000 cellule e di trasmetterli ai laboratori di analisi.
Precisamente si basa sull'utilizzo di microsfere capaci di legarsi solo alle cellule malate e su un dispositivo installato sullo smartphone, il D3 (diagnosi di diffrazione digitale), costituito da un modulo per ottenere immagini tridimensionali, cioè ologrammi. Per analizzare il tumore i ricercatori prelevano del sangue o dei tessuti, e vi inseriscono le microsfere. Il campione viene così caricato nel modulo D3 e fotografato. Si ottengono così immagini tridimensionali delle microsfere e i dati sono trasmessi per l'analisi a un sistema che elabora le informazioni. Grazie a un algoritmo vengono analizzate le immagini tridimensionali e identificate le cellule malate legate alle microsfere.
Testato con donne con tumore alla cervice il test fornisce la diagnosi in soli 45 minuti.