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Una combinazione sperimentale di obinutuzumab e venetoclax pare essere sicura come terapia di prima linea nei pazienti con leucemia linfocitica cronica attiva, non trattati in precenza e con comorbidità. Lo dimostrano i dati della fase di run-in sulla sicurezza dello studio CLL 14, un trial di fase III in aperto, presentato da poco al congresso annuale dell’American Society of  Hematology (ASH), a Orlando.

In questa parte dello studio, nel quale si è confrontata la combinazione dell’anticorpo monoclonale anti-CD20 obinutuzumab e l’inibitore della proteina anti-apoptotica Bcl-2 venetoclax con la combinazione di obinutuzumab e il suo partner abituale clorambucile in 12 pazienti, solo due dei sette classificati come ad alto rischio di sindrome da lisi tumorale hanno sviluppato tale sindrome, definita dalle analisi di laboratorio, e nessuno ha manifestato una sindrome da lisi tumorale clinica.

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