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Uno studio condotto sul modello animale suggerisce che il trattamento con desametasone possa compromettere la sopravvivenza dei pazienti

NEW YORK (U.S.A.) – Il glioblastoma è il tumore primario del cervello più comune e più aggressivo. Lo standard di cura consiste nella resezione chirurgica seguita da radioterapia e temozolomide, sia concomitante che come terapia di mantenimento. I corticosteroidi sono comunemente usati nel periodo perioperatorio per controllare l'edema cerebrale, e la loro assunzione prosegue frequentemente anche nel corso del successivo trattamento, in particolare la radioterapia, per migliorare gli effetti collaterali.

Restano però controversi gli effetti dei corticosteroidi come il desametasone sulla crescita cellulare in modelli di glioma e sulla sopravvivenza del paziente. Un team statunitense ed europeo ha effettuato un'analisi retrospettiva delle coorti di pazienti con glioblastoma, per determinare il ruolo prognostico della somministrazione di steroidi. Come riporta lo studio pubblicato sulla rivista Brain, un modello murino di malattia è stato utilizzato per caratterizzare gli effetti del desametasone sulla proliferazione delle cellule tumorali e sulla morte, e per identificare le firme dei geni associati a questi effetti.

Un anticorpo murino anti-VEGFA è stato utilizzato in parallelo come alternativa per il controllo dell'edema. La firma del gene indotta dal desametasone è stata associata ai dati del Cancer Genome Atlas relativi al glioblastoma, per esplorare l'associazione tra l'esito e l'esposizione al farmaco. Sono stati poi usati degli esperimenti murini per validare gli effetti del desametasone sulla sopravvivenza in vivo. Le analisi cliniche retrospettive hanno identificato l'impiego di corticosteroidi durante la radioterapia come un indicatore indipendente di sopravvivenza più breve in tre coorti di pazienti. Inoltre, una firma dell'espressione del gene associato al desametasone è stata correlata con una sopravvivenza più breve nel set di dati del Cancer Genome Atlas.

Nei topi affetti da glioma, il pretrattamento con desametasone ha diminuito la proliferazione delle cellule tumorali senza intaccarne la vitalità, e ha ridotto anche la sopravvivenza quando combinato con radioterapia. Al contrario, l'anticorpo anti-VEGFA ha diminuito la proliferazione e aumentato la morte delle cellule tumorali, ma non ha influenzato la sopravvivenza quando combinato con radioterapia. I dati clinici e quelli sperimentali sui topi suggeriscono che i corticosteroidi possano diminuire l'efficacia del trattamento e accorciare la sopravvivenza nel glioblastoma. Gli effetti anti-proliferativi indotti dal desametasone possono conferire protezione dallo stress genotossico indotto dalla radioterapia e dalla chemioterapia.

Questo studio mette in evidenza l'importanza di individuare agenti alternativi come gli antagonisti del fattore di crescita endoteliale vascolare per la gestione dell'edema nei pazienti con glioblastoma. Al di là dell'accertato profilo di eventi avversi di un prolungato impiego di corticosteroidi, questa analisi consiglia un uso prudente e limitato di questi farmaci nel glioblastoma.

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