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Il talidomide può essere un valido trattamento palliativo per i pazienti con glioblastoma multiforme. Un gruppo di oncologi austriaci ha valutato retrospettivamente la prognosi dei pazienti con glioblastoma secondario trattati con talidomide nel loro centro presso la Medical University di Vienna, e ha pubblicato i risultati sulla rivista Oncology.

Per le sue numerose proprietà, fra cui la sedazione, il talidomide è stato usato come 'ultima opzione terapeutica' in pazienti con gliomi avanzati. I medici hanno notato che un piccolo sottogruppo, ovvero i pazienti con glioblastoma secondario (glioblastoma multiforme evoluto nell’arco di diversi mesi o anni a partire da un glioma meno maligno), è sopravvissuto per periodi prolungati.

A partire dal 2000 il gruppo di oncologi ha studiato 23 pazienti (13 femmine e 10 maschi, con un’età media di 31,5 anni) con glioblastoma secondario che hanno ricevuto cure palliative con 100 mg di talidomide prima di dormire. Tutti i pazienti erano stati precedentemente sottoposti a radioterapia e avevano ricevuto almeno uno e fino a cinque cicli di chemioterapia.

La durata media della somministrazione di talidomide è stata di 4,0 mesi (range 0,8-32). La durata media della sopravvivenza globale dopo l’inizio della terapia con talidomide è stata di 18,3 mesi (range 0,8-57), e undici pazienti con glioblastoma secondario sono sopravvissuti per più di un anno. Il miglioramento sintomatico più importante è stato registrato nel ripristino di un ciclo di sonno normale. Gli effetti palliativi del talidomide, soprattutto la normalizzazione del ciclo del sonno, sono stati molto apprezzati dai pazienti e dalle famiglie.

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