Un recente studio statunitense pubblicato sulla rivista Blood suggerisce la possibilità dell’utilizzo della nuova molecola otlertuzumab per il trattamento della Leucemia Linfatica Cronica (LLC).
Si tratta di una sperimentazione di fase I, che ha evidenziato un profilo di sicurezza e tollerabilità accettabili per il farmaco, che ora dovrà proseguire il proprio iter sperimentale.
Sviluppata dalla biotech americana Emergent BioSolutions. la nuova molecola otlertuzumab (nota anche come TRU-016), prodotta con la tecnologia ADAPTIR, lega specificamente CD37 con le stesse proprietà funzionali e farmacocinetiche degli anticorpi a cui associa il potenziale di utilizzo di vie di segnalazioni differenti.
Studi in vivo con l'analogo murino hanno dimostrato l'efficacia della molecola sia come monoterapia che in combinazione con bendamustina e rituximab, fornendo il razionale per la sperimentazione clinica del farmaco in fase I.
Lo studio ha previsto l'arruolamento di 83 pazienti in 2 coorti: a 57 pazienti sono state somministrate dosi crescenti di farmaco per ciascuno dei 12 sottogruppi in cui sono stati suddivisi (coorte con dosi a scalare), mentre ai restanti 26 sono state infuse dosi crescenti di farmaco per paziente (coorte ad espansione). Nella coorte con dosi a scalare solo 4 pazienti hanno sviluppato tossicità alla molecola indipendentemente dal dosaggio utilizzato e non è stata identificata una dose massima tollerata. Gli eventi avversi più comunemente riportati sono stati: affaticamento, nausea, diarrea, neutropenia, tosse, brividi e febbre; il 28.9% dei pazienti ha dovuto sospendere il trattamento a causa degli effetti collaterali sopra descritti.
La somministrazione di otlertuzumab ha ridotto di più del 50% la quota di linfociti periferici nel 75.5 % dei casi in maniera dose-dipendente. La risposta al trattamento è risultata correlata al precedente regime terapeutico: i pazienti più responsivi sono stati annoverati nel gruppo dei sintomatici non trattati. Secondo i criteri internazionali per i trial clinici e considerando le sole risposte confermate dalla scansione CT la responsività è risultata inferiore: 12 dei 61 pazienti di cui era disponibile il dato CT scan hanno presentato un riduzione dei linfonodi superiore al 50%.
L’aumento della citopenia è stato riscontrato nel 50% dei casi.
In un solo paziente è stata riscontrata la presenza di anticorpi diretti contro il farmaco; la terapia è stata sospesa per progressione della malattia senza segni di risposta linfocitaria mentre non si sono riscontrati eventi avversi ascrivibili ad una risposta immunitaria.
La farmacocinetica di otlertuzumab appare proporzionale al dosaggio: dosi crescenti correlano con un aumento della concentrazione serica mentre non ne influenzano l’emivita. Non sono state riscontrate differenze significative dal punto di vista farmacocinetico tra pazienti responsivi e non.