BERLINO (GERMANIA) – La leucemia linfatica cronica (LLC) è tra le leucemie più frequenti che interessano gli adulti nei paesi occidentali. Di solito si verifica nei pazienti più anziani, non provoca alcun sintomo per lungo tempo ed è spesso scoperta solo per caso. Nonostante il trattamento, si verificano frequentemente recidive: un gruppo di immunologi ed ematologi tedeschi ora ha scoperto il perché.
In un modello murino da loro sviluppato, i ricercatori hanno dimostrato che l’interferenza fra le cellule tumorali e un gruppo di cellule stromali nella milza è cruciale per la crescita del cancro. Allo stesso tempo – come riportato dalla rivista (Cancer Discovery) – sono stati in grado di bloccare l’ingresso delle cellule tumorali nella milza e la loro proliferazione.
Un numero elevato di linfociti B malignamente mutati è caratteristico della malattia. Le cellule B sono un elemento importante del sistema immunitario: producono anticorpi con i quali l’organismo combatte gli agenti patogeni, e acquisiscono la loro funzionalità finale nei centri germinali degli organi linfoidi, come la milza. Lì interagiscono con le cellule follicolari dendritiche.
Nel loro progetto di ricerca, gli studiosi partono dall’ipotesi che i processi che normalmente regolano la migrazione dei linfociti nel follicolo delle cellule B siano anche la ragione per la migrazione delle cellule leucemiche negli organi linfoidi. Quindi, all’interno del follicolo, la sopravvivenza e la crescita di cellule B maligne può dipendere dal contatto fra le cellule leucemiche e quelle follicolari dendritiche.
Nella leucemia linfatica cronica, nonostante la chemioterapia o la radioterapia, una ricaduta con rinnovata proliferazione leucemica in tessuti linfoidi può verificarsi perché le cellule follicolari dendritiche di solito sopravvivono a questi trattamenti molto meglio delle cellule leucemiche. Ma se qualche cellula leucemica sfugge alla terapia - i medici la chiamano malattia minima residua - le cellule follicolari dendritiche assicurano che le cellule leucemiche nei follicoli abbiano condizioni di crescita ottimali e proliferino.