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Basilea (Svizzera) - L’azienda farmaceutica Novartis ha recentemente annunciato di aver pubblicato su The Lancet i dati ottenuti dallo studio di Fase III su Arzerra® (ofatumumab) più clorambucile.
Secondo tali dati, la chemioterapia a base della combinazione Arzerra® (ofatumumab) più clorambucile, ha determinato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al solo clorambucile, in pazienti naïve con leucemia linfocitica cronica (LLC) per i quali la terapia a base di fludarabina era stata ritenuta inopportuna, soprattutto a causa dell'età avanzata o della presenza di comorbidità.

CLL è la leucemia, che colpisce gli individui adulti, più comunemente diagnosticata nei paesi occidentali e rappresenta circa 1caso su 4 tra i malati di leucemia. L'età media al momento della diagnosi è di circa 71 anni e la maggior parte dei pazienti con LLC presenta almeno una comorbidità con patologie quali: ipertensione, diabete, malattie cardiache o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

L'endpoint primario dello studio consisteva nel prolungamento della PFS ed effettivamente in questo studio clinico il valore medio della sopravvivenza libera da progressione è migliorato del 71% nel gruppo trattato con ofatumumab più clorambucile rispetto al gruppo trattato con il solo clorambucile.
Il miglioramento in PFS è stato osservato nella maggior parte dei sottogruppi a prescindere dall'età, dal sesso, dallo stadio della malattia e dai fattori prognostici.

Questi dati hanno costituito la base per l’approvazione ottenuta negli Stati Uniti (USA) e nell'Unione Europea (UE) nel 2014, così come per la recente inclusione di Arzerra più clorambucile nelle linee guida del National Comprehensive Cancer Network (NCCN).

Consulta il comunicato stampa originale (lingua inglese) per saperne di più.

 

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