Permetterà di caratterizzare meglio i pazienti e indicare la strada per lo sviluppo di nuovi farmaci
'Vivere con la leucemia mieloide cronica’. E’ stato questo il tema di un convegno tenutosi il 4 novembre scorso all’Istituto di Anatomia di Ferrara, organizzato dall'Istituto di Ematologia dell'Università estense, punto di riferimento per la cura della patologia. La malattia colpisce in Italia circa 10 mila pazienti e in Emilia Romagna se ne registrano circa 120 nuovi casi all’anno. “La leucemia mieloide cronica - spiega il prof. Antonio Cuneo, direttore dell'Istituto di Ematologia - è una forma tumorale del midollo osseo, centrale operativa delle cellule del sangue, che produce un elevatissimo numero di globuli bianchi immaturi. È dovuta a un'alterazione del Dna della cellula staminale che dà il via alla produzione di queste cellule. La malattia colpisce nel mondo circa due-tre persone ogni 100 mila abitanti. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa mille nuovi casi, oggi curati con farmaci di ultima generazione”.
Questa patologia ha visto modificata con il tempo la sua prognosi dopo la rivoluzione rappresentata dall'introduzione nel 1998 degli inibitori delle tirosin-chinasi. Oggi, grazie a questi nuovi farmaci, il 95 per cento dei pazienti ottiene un controllo della malattia. Per quei pochi pazienti che possono sviluppare resistenze al trattamento farmacologico a causa di mutazioni genetiche, ignote in oltre la metà dei casi, gli specialisti ferraresi possono contare ora su uno strumento di fondamentale importanza: un sequenziatore del genoma di nuova generazione donato dall'Ail di Ferrara. La disponibilità di questo strumento consentirà ai ricercatori di sequenziare migliaia di geni potenzialmente coinvolti nello sviluppo della resistenza e di indicare la strada per lo sviluppo di nuovi farmaci attivi.