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Lo suggeriscono i risultati di uno studio di fattibilità canadese che ha osservato una sopravvivenza raddoppiata rispetto a quella con chirugia standard

E’ bene sottolinearlo subito: i dati presentati dall’equipe del Princess Margaret Center di Toronto, sulle pagine del Journal of Thoracic Oncology, sono assolutamente preliminare. Però delineano una nuova strada che potrebbe essere percorribile, fatti i dovuti approfondimenti, per aumentare la sopravvivenza di chi è colpito da mesotelioma, il tumore polmonare generalmente caratterizzato da prognosi infausta: si chiama SMART (Surgery for Mesothelioma After Radiation Therapy) il nuovo protocollo terapeutico adottato dai ricercatori canadesi e consiste in un ciclo breve di radioterapia ad alto dosaggio prima di sottoporre il paziente a intevento chirurgico radicale (la EPP, pneumonectomia extrapleurica).

Lo studio ha coinvolto un piccolo gruppo di pazienti (solo 25) con malattia tumorale in fase avanzata (stadio III e IV) e, in alcuni casi, già con coinvolgimento linfonodale. La strategia adottata è stata quella di sfuttare l’effetto ‘tumoricida’ di una radioterapia intensa ma di breve durata per scongiurare una recidiva dopo l’intervento chirurgico. L’approccio standard al mesotelioma è la rimozione chirurgica del tumore, che però non è risolutiva: dimensioni ma anche localizzazione, diffusione ai linfonodi e soprattutto il sottotipo di tumore possono influenzare notevolmente la prognosi. Il maggiore rischio è quello di un ritorno della malattia, con metastasi a distanza, se non è stato possibile eradicare completamente il tumore.

 

La radioterapia pre-operatoria sembra essere un utile strumento per scongiurare questo rischio. I risultati del trial clinico di fase I/II dopo follow-up di 23 mesi hanno evidenziato una sopravvivenza a tre anni “più che duplicata”, commentano i ricercatori: il 72% rispetto al 32% generalmente osservato con l’approccio chirurgico standard che non prevede radioterapia pre-operatoria. Questi risultati hanno attirato l’attenzione, seppure ci sia molta cautela nel definire lo SMART un protocollo da adottare subito nella pratica clinica. Gli stessi autori sottolineano che “lo studio quantomeno chiarisce l’importanza della EPP come trattamento rispetto all’intervento di pleurectomia/decorticazione meno invasivo” e aggiungono che sono necessari ulteriori approfondimenti “idealmente con l’avvio di un trial randomizzato di fase 3 che metta a confronto il protocollo SMART con l’intervento di rimozione parziale seguito da radioterapia adiuvante. Solo in questo modo di potrebbe stabilire quale sia l’approccio chirurgico migliore per il mesotelioma pleurico.”

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