Da questi indicazioni per le future sperimentazioni
Per i pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato o resistente il farmaco pomalidomide (un derivato orale del talidomide) ha dimostrato efficacia e tollerabilità. Non è ancora stato però definito il regime ottimale di trattamento per i pazienti.
Due studi indipendenti pubblicati su Blood indicano nella combinazione di pomalidomide 4 md/die nei giorni 1-21 di un ciclo di 28 giorni, in combinazione o meno con desametasone (40 mg/settimana), uno schema di trattamento con efficacia promettente e tossicità accettabile per i pazienti con MM.
Il primo studio (Blood, 2013; 121: 1961-1967) ha avuto come scopo l’identificazione della dose massima tollerata (MTD) di pomalidomide in 38 pazienti con MM recidivato o resistente già trattati con lenalidomide e/o bortezomib. Sono stati testati 4 livelli di dose (da 2 a 5 mg/die) per 4 cicli di trattamento; nei pazienti non rispondenti o in progressione poteva essere aggiunto desametasone a basse dosi (40 mg/settimana). La MTD è stata fissata a 4 mg/die. Sono stati osservati bassi tassi di neuropatia periferica e di tromboembolismo venoso (? 5%) e il 21% dei pazienti ha ottenuto almeno una risposta parziale (PR), incluso un 3% di risposte complete (CR). La PFS e la OS mediana sono state pari a 4,6 mesi e a 18,3 mesi, rispettivamente.
La combinazione di pomalidomide e desametasone (agli stessi dosaggi) è stata testata anche in una popolazione di 84 pazienti con MM avanzato, tutti già trattati con lenalidomide e bortezomib, randomizzati a ricevere pomalidomide nei giorni 1-21 o 1-28 di un ciclo di 28 giorni (Blood, 2013; 121: 1968-1975). Il tasso complessivo di risposte (PR più CR) è stato sovrapponibile nei due bracci (35% e 34%, rispettivamente), così come la PFS e la OS mediana (4,6 mesi e 14,9 mesi, rispettivamente). La tossicità, prevalentemente ematologica, è risultata gestibile. Gli autori concludono che, a parità di risultati, uno schema basato su pomalidomide 4 mg/die nei giorni 1-21 più desametasone dovrebbe essere considerata la base per ulteriori studi clinici di fase 3.
I due studi adesso pubblicati confermano che la pomalidomide non mostra resistenza crociata con la lenalidomide, suggerendo anche una risposta dose-dipendente alla pomalidomide nei pazienti già esposti alle lenalidomide, e indicano un regime di terapia e un dosaggio da utilizzare nei futuri trial clinici, eventualmente in combinazione con altri farmaci, quali il bortezomib.
Mileloma multiplo, due studi confermano l’efficacia di pomalidomide
Da questi indicazioni per le future sperimentazioni
Per i pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato o resistente il farmaco pomalidomide (un derivato orale del talidomide) ha dimostrato efficacia e tollerabilità. Non è ancora stato però definito il regime ottimale di trattamento per i pazienti.
Due studi indipendenti pubblicati su Blood indicano nella combinazione di pomalidomide 4 md/die nei giorni 1-21 di un ciclo di 28 giorni, in combinazione o meno con desametasone (40 mg/settimana), uno schema di trattamento con efficacia promettente e tossicità accettabile per i pazienti con MM.
Il primo studio (Blood, 2013; 121: 1961-1967 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23243282) ha avuto come scopo l’identificazione della dose massima tollerata (MTD) di pomalidomide in 38 pazienti con MM recidivato o resistente già trattati con lenalidomide e/o bortezomib. Sono stati testati 4 livelli di dose (da 2 a 5 mg/die) per 4 cicli di trattamento; nei pazienti non rispondenti o in progressione poteva essere aggiunto desametasone a basse dosi (40 mg/settimana). La MTD è stata fissata a 4 mg/die. Sono stati osservati bassi tassi di neuropatia periferica e di tromboembolismo venoso (? 5%) e il 21% dei pazienti ha ottenuto almeno una risposta parziale (PR), incluso un 3% di risposte complete (CR). La PFS e la OS mediana sono state pari a 4,6 mesi e a 18,3 mesi, rispettivamente.
La combinazione di pomalidomide e desametasone (agli stessi dosaggi) è stata testata anche in una popolazione di 84 pazienti con MM avanzato, tutti già trattati con lenalidomide e bortezomib, randomizzati a ricevere pomalidomide nei giorni 1-21 o 1-28 di un ciclo di 28 giorni (Blood, 2013; 121: 1968-1975http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23319574). Il tasso complessivo di risposte (PR più CR) è stato sovrapponibile nei due bracci (35% e 34%, rispettivamente), così come la PFS e la OS mediana (4,6 mesi e 14,9 mesi, rispettivamente). La tossicità, prevalentemente ematologica, è risultata gestibile. Gli autori concludono che, a parità di risultati, uno schema basato su pomalidomide 4 mg/die nei giorni 1-21 più desametasone dovrebbe essere considerata la base per ulteriori studi clinici di fase 3.
I due studi adesso pubblicati confermano che la pomalidomide non mostra resistenza crociata con la lenalidomide, suggerendo anche una risposta dose-dipendente alla pomalidomide nei pazienti già esposti alle lenalidomide, e indicano un regime di terapia e un dosaggio da utilizzare nei futuri trial clinici, eventualmente in combinazione con altri farmaci, quali il bortezomib.