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L’insufficienza renale è una complicazione comune del mieloma multiplo. Si riscontra in circa il 20-25% dei pazienti alla diagnosi e fino al 50% durante il corso della malattia. La presenza di insufficienza renale peggiora la qualità della vita dei pazienti ed è stata associata ad un aumento della mortalità, anche se la prognosi dei pazienti dopo una terapia di induzione di successo è stata paragonata a quella dei pazienti con una normale funzione renale. Pertanto, il trattamento dei pazienti con mieloma multiplo e insufficienza renale è una sfida importante e dovrebbe mirare a raggiungere la remissione in una grande percentuale di pazienti.

Tre studiosi del Dipartimento di Emato-Oncologia e Trapianto di Midollo Osseo dell’Università Medica di Lublino (Polonia) hanno pubblicato sulla rivista Clinical Lymphoma, Myeloma and Leukemia i loro consigli per ottimizzare questo tipo di trattamento.

I nuovi farmaci introdotti per il trattamento del mieloma multiplo durante lo scorso decennio hanno un ruolo consolidato nel trattamento dei pazienti con insufficienza renale. Il bortezomib sembra essere più vantaggioso in questo contesto e, in combinazione con altri farmaci, offre la possibilità di una rapida remissione e di un relativo miglioramento della funzione renale. I farmaci immunomodulatori, come il talidomide e il lenalidomide, sono stati utilizzati con successo nei pazienti con insufficienza renale, anche se per quest’ultimo farmaco sono necessari opportuni aggiustamenti del dosaggio.

La presenza di insufficienza renale non è una controindicazione al trapianto autologo di midollo osseo per i pazienti che possono beneficiare di questa procedura. Tra i classici agenti citotossici, la bendamustina, in particolare, deve essere considerata per i pazienti con insufficienza renale. Anche un’appropriata terapia di supporto è estremamente importante nel trattamento dei pazienti con mieloma multiplo e insufficienza renale. Questa può includere la plasmaferesi e la rimozione delle catene leggere libere con emodialisi ad elevato cut-off, adeguati dosaggi di bifosfonati, ed evitare farmaci e condizioni che possano alterare la funzione renale.

 

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