I risultati di uno studio di fase III dimostrano che quella con bevacizumab e capecitabina è ben tollerata e aumenta la sopravvivenza libera da malattia
La terapia combinata con bevacizumab, un farmaco anti-angiogenetico, e il chemioterapico capecitabina è risultata efficace nei pazienti ultrasettantenni con cancro colorettale metastatico. A confermarlo uno studio nato dalla collaborazione tra oltre 40 centri di ricerca internazionale in dieci Paesi e pubblicato su "Lancet Oncology".
Quello del colon-retto è il terzo tumore più diffuso in Italia, con 35 mila nuovi casi l’anno. Nonostante sia maggiormente diffuso nella terza età – dopo i 60 anni – i pazienti più anziani sono sottorappresentati nelle sperimentazioni, pregiudicando la valutazione di efficacia delle terapie oggi a disposizione.
Lo studio di fase III, open-label e randomizzato, è stato disegnato allo scopo di raccogliere evidenze cliniche sull’efficacia del trattamento con due agenti noti anche nei soggetti di età avanzata precedentemente non sottoposti ad altra terapia. I 280 pazienti reclutati sono stati suddivisi in due bracci, uno che prevedeva la somministrazione della sola capecitabina e l’altro la terapia combinata con bevacizumab. Quest’ultima ha dimostrato di essere ben tollerata e di aumentare significativamente la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla monoterapia.