USA - La stimolazione cerebrale profonda (deep brain stimulation – DBD) potrebbe migliorare il tremore dei pazienti con malattia di Parkinson, imponendo il proprio ritmo sul cervello. Lo sostengono due studi condotti dalla Univeristy of Alabama e pubblicati sul Journal Movement Disorders.
Il metodo DBS consiste nell’impianto sottocutaneo di un elettrodo che fornisce impulsi elettrici al cervello con un'altissima frequenza al secondo. Si tratta di una tecnologia approvata negli USA più di 15 anni fa, ma non è ancora ben chiaro in che modo il trattamento sia in grado di ridurre tremori e altri disturbi del movimento.
Grazie a questi studi il team medico è riuscito a mostrare che la DBS può sincronizzare le cellule nervose e interromperne i ritmi anomali. Le ricerche sono state condotte grazie a un particolare utilizzo di elettroencefalografia o elettroencefalogramma e gli autori hanno individuato un ritmo ideale, che potrebberappresentare la nuova misura fisiologica della giusta dose di stimolazione. Se convalidato, questo criterio potrebbe aiutare i ricercatori a mettere a punto delle impostazioni in grado di fornire ai pazienti un sollievo più duraturo, meno effetti collaterali e meno microinterventi per la sostituzione delle batterie.
Nella pratica attuale, infatti, le impostazioni dello stimolatore sono regolate per tentativi ed errori, grazie alle osservazioni cliniche. L’individuazione di un criterio standard andrebbe dunque a grande vantaggio dei pazienti e potrebbe essere applicato anche a patologie quali epilessia, depressione grave o disturbo ossessivo compulsivo.
"Anche se è chiaro che è necessario un lavoro ulteriore per comprendere meglio queste osservazioni iniziali, siamo molto entusiasti dei risultati in quanto possono fornire un marker biologico per migliorare i sintomi di questi pazienti", dice Harrison Walker, professore assistente presso il Dipartimento UAB della Divisione di Neurologia Disturbi del Movimento.