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Lo sostengono un gruppo di ricercatori dell’Università di Tel Aviv: il mannitolo, uno zucchero molto comune, potrebbe rappresentare un nuovo approccio terapeutico per la malattia di Parkinson.
Il mannitolo, già approvato negli USA come diuretico e coadiuvante per permettere ai farmaci di attraversare la barriera ematoencefalica, sembra essere anche in grado di prevenire che la proteina alfa-sinucleina si sviluppi eccessivamente, formando degli accumuli che danneggiano neuroni e mitocondri, innescando la sintomatologia tipica della patologia.


Il mannitolo è in fatti un chaperone chimico, una sostanza in grado di stabilizzare alcune proteine, tra cui l’alfa-sinucleina. Il Dott. Daniel Segal e i suoi colleghi hanno studiato gli effetti del mannitolo sul cervello grazie a un modello animale, che ha suggerito la potenzialità dello zucchero.

Lo studio è stato presentato durante il meeting annuale della Genetics Society of America durante la Drosophila Research Conference di Washington, dove i ricercatori hanno spiegato che saranno necessari ulteriori studi preclinici prima di poter pensare a una sperimentazione sull’uomo.

 

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