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Uno studio italiano rivela che i sintomi gastrointestinali sono presenti nel 93,8% dei casi con mutazione Val30Met e nel 66,7% di quelli con mutazione Phe64Leu

Roma – I sintomi gastrointestinali sono in genere molto comuni nell'amiloidosi ereditaria da transtiretina (hATTR), e spesso si verificano subito dopo l'esordio della malattia. Il riconoscimento precoce della disfunzione gastrointestinale è importante perché consente un trattamento tempestivo in grado di alleviare i sintomi, preservare la qualità di vita e prevenire la malnutrizione. Gli strumenti diagnostici per le anomalie gastrointestinali, però, sono ancora limitati: attualmente, quindi, i sintomi auto-riportati sono misure ampiamente accettate per il monitoraggio del coinvolgimento gastrointestinale in questa patologia.

L'amiloidosi ereditaria da transtiretina è una malattia rara dovuta a mutazioni nel gene che codifica per la proteina chiamata appunto transtiretina, ed è caratterizzata dalla deposizione extracellulare multisistemica di sostanza amiloide, che porta alla disfunzione di diversi organi e tessuti. Si tratta di una patologia che rappresenta una sfida diagnostica impegnativa, se si considera la sua grande variabilità nella presentazione clinica e nel coinvolgimento multiorgano. Ad oggi, più di 100 varianti genetiche sono state descritte come causa di amiloidosi hATTR: la più frequente è la mutazione Val30Met, che secondo uno studio pubblicato sul Journal of Gastrointestinal and Liver Diseases è anche quella che dà luogo quasi sempre a un coinvolgimento gastrointestinale.

Gli autori dello studio, un gruppo di esperti del Policlinico Universitario “A. Gemelli”, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e del Centro Clinico NeMO di Roma, ad ogni visita di controllo hanno riportato sistematicamente le manifestazioni neurologiche, cardiologiche e gastrointestinali di 39 pazienti affetti da hATTR, per poi analizzare retrospettivamente la prevalenza del coinvolgimento gastrointestinale. Tutti i pazienti, seguiti presso l'Unità di Neurologia del Policlinico Gemelli, presentavano una mutazione documentata nel gene che codifica per la transtiretina.

All'interno di questa coorte, l'82% dei pazienti ha riportato almeno un sintomo gastrointestinale, e la perdita di peso involontaria è stato quello più frequentemente segnalato. Altri sintomi comuni erano, nell'ordine: diarrea, gonfiore addominale, diarrea alternata a costipazione, sazietà precoce e costipazione; al contrario, nausea, vomito, incontinenza fecale e dolore addominale si sono verificati raramente. Il primo sintomo gastrointestinale è stato sempre segnalato entro 5 anni dall'esordio della malattia, e i sintomi del tratto inferiore erano più frequenti rispetto a quelli del tratto superiore (il 66,7% contro il 35,9%), 

A influenzare il fenotipo della malattia è anche il tipo di mutazione: i sintomi gastrointestinali, infatti, erano quasi sempre presenti nei pazienti con mutazione Val30Met (15 su 16, il 93,8%) e si manifestavano nei due terzi dei casi con mutazione Phe64Leu (8 su 12, il 66,7%). I casi con una mutazione diversa da Val30Met hanno rivelato quasi tutti i sintomi gastrointestinali entro 5 anni dall'esordio della malattia; al contrario, i pazienti con questa mutazione hanno continuato a sviluppare ulteriori manifestazioni di questo genere durante il decorso della patologia.

La prevalenza dei sintomi gastrointestinali nella nostra coorte era dell'82%, superiore quindi a quella riportata nel registro THAOS (The Transthyretin Amyloidosis Outcomes Survey)”. hanno commentato gli autori dello studio. “Una migliore conoscenza delle manifestazioni gastrointestinali dell'amiloidosi hATTR e della loro patogenesi può fornire nuovi bersagli per un trattamento di supporto più efficace di questi sintomi. I gastroenterologi, quindi, svolgono un ruolo importante per la gestione della malattia e la loro esperienza dovrebbe essere valutata per avere un efficace approccio multidisciplinare a questa condizione”.

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