Il centro regionale per le malattie rare emorragiche taglia il personale per ridurre i costi ma salgono le spese per il farmaco
Pescara - Silenzio sul dramma degli emofilici: questo il titolo dell’articolo de Il Tempo, che ha denunciato la gravissima situazione in cui verte il centro regionale per le malattie rare emorragiche e trombotiche di Pescara. Da circa un mese il centro è stato riconvertito in semplice unità operativa e ora non è in grado di garantire i livelli di prestazione necessaria ai circa duemila pazienti emofilici e coagulopatici abruzzesi che da anni vi fanno riferimento.
Nonostante le reiterate richieste di intervento da parte di Aremeca (Associazione emofiliaci e coagulopatici abruzzesi) i vertici della Asl di Pescara tacciono. La struttura di Pescara, istituita con legge regionale, ha ridotto drasticamente il personale eliminando un ematologo e due tecnici di laboratorio e ora non può garantire risposte rapide per gli esami ematologici. I pazienti in profilassi sono quindi costretti ad assumere, a domicilio e senza riscontro anamnestico e in dosaggio superiore al solito i fattori sostitutivi della coagulazione.
Così i costi per la Asl salgono e i rischi per i pazienti aumentano. Si tratta del 40 o 50 per cento di farmaco assunto in più da ogni paziente, pur di evitare i danni che potrebbero derivare da emorragie e problemi di coagulazione imprevedibili. In media un paziente emofilico utilizza 30 flaconi di farmaco (per un costo di 1700 euro a flacone) per una profilassi in assenza di test di laboratorio rapidi. Se invece potesse ottenere i risultati dei prelievi dopo due o tre ore – come accade nei centri adeguatamente attrezzati – il numero di flaconi si riduce a venti. In conclusione quindi la Asl, che ha decurtato tre stipendi – sarà aggravata complessivamente di circa 200 mila euro mensili.
Roberto Centurame, presidente di Aremeca, chiede ora un incontro con il Direttore Generale della Asl Claudio d’Amario , la presidente della commissione regionale Nicoletta Verì e il coordinatore medico del centro Alfredo Dragani.
La grave notizia è stato diffusa grazie anche al supporto di Fedemo (Federazione delle Associazioni Emofilici), che ha immediatamente riproposto l’articolo sul proprio sito web.