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La possibilità dell’utilizzo del Fattore VIII ricombinante per il trattamento dei pazienti con emofilia A presenta benefici decisamente maggiori dei rischi di sviluppo di allo-anticorpi contro lo stesso FVIII (inibitori). Lo ha rivelato una revisione sistematica del 2011, che ha analizzato la gran parte degli studi prospettici pubblicati in precedenza.

 

La review ha considerat 25 studi prospettici pubblicati tra il 1990 e il 2007, ottenendo i dati su un totale di 800 pazienti. È stata inoltre valutata la qualità degli studi attraverso due diversi sistemi: la Newcastle-Ottawa Scale ( NOS ) e lo STrengthening the Reporting of OBservational studies in Epidemiology (STROBE).

Nel complesso, la differenza di incidenza di sviluppo di inibitori non è risultata statisticamente significativa tra coloro che avevano assunto FVIII plasmaderivato e fattore VIII ricombinante. Allo stesso modo, neppure le percentuali di sviluppo di inibitori ad alto titolo erano significativamente differenti tra i pazienti trattati con plasmaderivati e quelli in terapia con FVIII ricombinante.

Questa revisione sistematica, oltre ad essere stata condotta con l’utilizzo di criteri di selezione ben definiti, è giunta alla conclusione che il tipo di prodotti di FVIII (ovvero concentrati plasmaderivati versus concentrati di FVIII ricombinante) non sembra influenzare in maniera significativa, l’incidenza di sviluppo di inibitori nei pazienti con emofilia A grave precedentemente non-trattati.

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