Il prof. Marco Cappa e la dr.ssa Stefania Pedicelli (Bambino Gesù) descrivono il caso di un bambino in cui il farmaco ha ridotto le crisi epilettiche
Roma – In un bambino di 5 anni affetto da una grave malattia neurodegenerativa associata a lipodistrofia, il farmaco metreleptina ha determinato non solo un miglioramento nei parametri metabolici, ma anche una riduzione nel numero di crisi epilettiche. Il caso clinico, pubblicato recentemente sull'Italian Journal of Pediatrics, è stato descritto da tre clinici dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma (il prof. Marco Cappa, la dr.ssa Stefania Pedicelli e il dr. Luca De Palma) e dalla dr.ssa Caterina Pelosini dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, che su OMaR è a disposizione dei pazienti proprio per rispondere alle domande che riguardano la lipodistrofia.
Il bambino, il cui percorso è illustrato nello studio, è affetto da PELD, encefalopatia progressiva con o senza lipodistrofia (Progressive Encephalopathy with or without LipoDystrophy). La dr.ssa Stefania Pedicelli, dell'U.O.C. di Endocrinologia del Bambino Gesù, prima autrice dello studio, e il prof. Marco Cappa, responsabile dello stesso reparto, ci hanno aiutato a capire meglio le implicazioni di questa patologia e le potenzialità del farmaco metreleptina, approvato nel 2014 negli Stati Uniti e nel 2018 in Europa per il trattamento della lipodistrofia.
Dottoressa Pedicelli, cosa si intende per PELD e qual è il legame fra questa condizione e la lipodistrofia?
S.P. – “L'acronimo PELD è usato per identificare un'encefalopatia progressiva, accompagnata o meno da lipodistrofia, dovuta a mutazioni in omozigosi o eterozigosi composta del gene BSCL2, localizzato sul cromosoma 11q13. Questo gene è responsabile anche della lipodistrofia generalizzata congenita di tipo 2 (CGL2), quando è presente una mutazione biallelica. La PELD è una patologia neurodegenerativa che causa una regressione dello sviluppo psicomotorio nei primi anni di vita, con esito fatale frequente durante l'infanzia, prevalentemente per problematiche respiratorie. L'aspetto neurologico può interessare tutte le aree cognitivo-motorie (linguaggio, coordinazione, tono muscolare, deambulazione) con segni e sintomi progressivi, che includono anche l'epilessia. La lipodistrofia, che può associarsi a tale quadro, consiste in un'alterata distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo, pressoché assente, con alterazioni glicometaboliche (come dislipidemia o iperinsulinismo) di grado variabile”.
Può riassumere brevemente il caso clinico descritto sull'Italian Journal of Pediatrics?
S.P. – “Nel caso clinico pubblicato viene presentato il percorso di un bambino di 5 anni con diagnosi di PELD da mutazione in omozigosi del gene BSCL2. Il paziente – oltre all'aspetto neurologico, comprendente un'epilessia farmacoresistente tale da richiedere l'impianto di un elettrostimolatore vagale – presentava una grave forma di lipodistrofia generalizzata con tessuto adiposo sottocutaneo assente e alterazioni glicometaboliche (insulinoresistenza, ipertrigliceridemia, ipetransaminasemia e steatosi epatica), responsive solo parzialmente a una dieta ipolipidica. L'inizio della terapia con metreleptina ha comportato un netto miglioramento dei parametri glicometabolici; sorprendentemente anche dal punto di vista neurologico si è assistito a una riduzione delle crisi subentranti, che in precedenza avevano determinato frequenti ricoveri per stato di male epilettico. Tali sintomatologie si sono accentuate nuovamente nel breve periodo in cui il bambino, per problemi di mancato ritiro del farmaco, ha sospeso la terapia, supportando l'ipotesi che il trattamento con metreleptina nelle forme di PELD associate a lipodistrofia possa avere un effetto anche in ambito neurologico”.
Professor Cappa, in che modo l'utilizzo della metreleptina ha migliorato il quadro clinico del paziente?
M.C. – “La metreleptina è un analogo ricombinante della leptina, e quindi valutando le azioni che ha la leptina possiamo anche analizzare le possibilità terapeutiche della metreleptina. Sappiamo che la leptina ha un'azione multiorgano e in particolare agisce su muscoli, fegato, cuore, pancreas e sistema nervoso centrale. Nel nostro caso, in cui è presente sia la compromissione metabolica (fegato, cuore, pancreas) che quella del sistema nervoso centrale, la somministrazione della leptina ha determinato un chiaro ed evidente miglioramento dell'epilessia mioclonica non farmaco sensibile”.
Cosa dimostra questo caso, che prima non era noto? Quali nuove prospettive lascia immaginare?
M.C. – “Questo particolare caso ci ha insegnato che quando una carenza ormonale viene sostituita, anche sintomi che non sembrerebbero essere correlati alla lipodistrofia generalizzata possono invece migliorare significativamente. Il concetto fondamentale però è che nelle forme di lipodistrofia generalizzata evidenziate precocemente, noi dovremmo iniziare il trattamento prima che i segni clinici si manifestino. Pertanto, nei bambini non si deve attendere la comparsa delle alterazioni metaboliche (iperinsulinismo, iperglicemia, ipertrigliceridemia e pancreatiti), ma iniziare la terapia in maniera preventiva in modo da evitare tutte le gravi compromissioni d'organo che si possono sviluppare nel tempo”.