Se autorizzato, sarebbe il primo trattamento indicato per la forma più diffusa della patologia
Si prospetta la possibilità di una buona notizia per i pazienti con malattia di Charcot-Marie-Tooth di tipo 1A (CMT1A), una neuropatia di origine genetica per cui non esistono, attualmente, terapie specifiche. Pharnext, azienda farmaceutica francese, è impegnata nella preparazione delle ultime sperimentazioni necessarie per presentare, inizialmente negli Stati Uniti, la domanda di approvazione della molecola PXT3003, candidata per il trattamento di questa patologia rara.
La malattia Charcot-Marie-Tooth (CMT) include un insieme eterogeneo di disturbi, a carattere ereditario, cronico e progressivo, che colpiscono il sistema nervoso periferico. La CMT1A rappresenta la forma più diffusa di questa patologia (circa 125mila le persone colpite tra Stati Uniti ed Europa), caratterizzata da una perdita progressiva della mielina (quella sorta di isolante che ricopre gli assoni dei neuroni, favorendo la comunicazione sinaptica), con conseguente disfunzionalità dei motoneuroni.
I sintomi della CMT1A, che si presentano solitamente già durante i primi anni di vita, riguardano, quindi, prevalentemente la sfera motoria. Non mancano tuttavia le implicazioni di natura fisica e psicologica, legate al dolore cronico e alla progressiva insensibilità agli arti che caratterizzano la patologia. Al momento non esistono terapie farmacologiche in grado di alleviare questo quadro sintomatico, che incide notevolmente sulla qualità di vita dei pazienti.
È in questo contesto che si inserisce la sperimentazione di PXT3003, un farmaco basato sulla combinazione dei principi attivi baclofene, naltrexone e sorbitolo. Negli studi effettuati in fase preclinica, il medicinale ha dimostrato la sua efficacia nel bloccare la sovra-espressione del gene mutato PMP22, che è alla base della CMT1A, migliorando la mielinizzazione dei nervi periferici e, di conseguenza, la funzionalità motoria e sensoriale.
In Fase II, in una sperimentazione che ha coinvolto 80 pazienti adulti, PXT3003 ha dato buoni risultati in termini di sicurezza e tollerabilità, presentando inoltre un miglioramento clinico su diversi endpoint (in particolare per quanto riguarda i punteggi della scala di valutazione ONLS, specifica per le neuropatie).
La domanda di approvazione di PXT3003, per il mercato statunitense all’inizio, e poi per quello europeo e di altri Paesi, avrebbe dovuto seguire i risultati ottenuti dal farmaco nella sperimentazione di Fase III: lo studio, denominato PLEO-CMT, iniziato a dicembre 2015, ha valutato la sicurezza della terapia e la sua efficacia (rispetto a placebo) su 323 pazienti, di età compresa tra i 16 e i 65 anni, affetti da CMT1A in stadio intermedio-avanzato. A ottobre 2018 sono stati diffusi i dati relativi allo studio, che mostravano un miglioramento statisticamente significativo di diversi parametri clinici.
Tuttavia, durante la sperimentazione è stato identificato un effetto inatteso, relativo alla stabilità a lungo termine della combinazione farmacologica, che ha interessato alcuni partecipanti, quelli che assumevano la dose più alta del farmaco. Nello studio, infatti, un gruppo di pazienti è stato trattato con una dose da 6 mg di baclofene, 0.7 mg di naltrexone e 210 mg di sorbitolo, mentre un secondo gruppo è stato sottoposto ad un dosaggio esattamente doppio.
A causa di questo evento inatteso, che non ha comunque inciso sul profilo di sicurezza generale del farmaco, la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia regolatoria del farmaco statunitense, ha chiesto a Pharnext di condurre un’ulteriore sperimentazione prima della presentazione della richiesta di approvazione del farmaco.
“Rimaniamo pienamente fiduciosi del potenziale terapeutico di PXT3003, e ci impegneremo ad allinearci alle richieste della FDA e a progettare uno studio clinico nel minor tempo possibile, in modo da poter fornire ai pazienti affetti da CMT1A una valida opzione terapeutica”, ha dichiarato Daniel Cohen, co-fondatore e CEO di Pharnext.