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Un alcaloide dell'oppio comunemente usato nella disfunzione erettile e una molecola prescritta contro l'insonnia potrebbero essere un punto di partenza per una terapia efficace

DAVIS (U.S.A.) – Due medicinali già in commercio per la cura di altri disturbi potrebbero rappresentare un punto di partenza per ottenere finalmente un trattamento efficace per la neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON). La malattia è infatti provocata da mutazioni mitocondriali ereditarie che portano alla cecità e per le quali non esiste una terapia curativa.

Recentemente sono state osservate due particolari conseguenze biochimiche delle mutazioni LHON in presenza di tracce di rotenone: una carenza nella sintesi dell'adenosina trifosfato (ATP) complesso I-dipendente e nel consumo mitocondriale di ossigeno, proporzionali alla gravità clinica delle tre principali mutazioni della malattia.

Dopo aver identificato questo difetto in tre ibridi citoplasmatici (cibridi) mutanti di LHON, tre ricercatori della University of California hanno effettuato un'analisi high throughput in vitro, rotenone-dipendente. Nel corso del test, i cui risultati sono apparsi sulla rivista Mitochondrion, gli studiosi hanno valutato l'efficacia di una banca dati di 1.600 farmaci clinicamente testati per il recupero dei difetti LHON-dipendenti nella sintesi dell'ATP.

Due farmaci, la papaverina e il zolpidem, sono stati identificati come quelli con le proprietà migliori nel recupero di questi difetti. La papaverina è un alcaloide dell'oppio comunemente usato come vasodilatatore e nella disfunzione erettile, mentre il zolpidem, una molecola sintetica della famiglia delle imidazopiridine, è prescritto clinicamente come terapia per l'insonnia. Queste molecole, relativamente sicure, potrebbero quindi essere considerate come un nuovo punto di partenza nella ricerca di un farmaco efficace per la terapia della LHON.

Dal momento che la papaverina e il zolpidem sembrano avere differenti meccanismi basati sulla soppressione dell'inibizione ed effetti diversi nelle cellule intere e in quelle permeabilizzate, è stato testato se la combinazione di questi due farmaci fosse più efficace rispetto a uno solo di questi. Infatti la protezione dall'inibizione del rotenone derivante dalla combinazione dei due farmaci si è rivelata molto superiore sia a quella della papaverina che a quella del zolpidem da soli. Questi meccanismi, ad ogni modo, restano da chiarire: il prossimo passo sarà un test in modelli animali.

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