Il Prof. Angelo Avogaro (Padova): “Nelle due patologie l'incidenza del diabete può arrivare al 60%”
PADOVA – L'iperglicemia è una caratteristica comune associata a stati di aumento della secrezione dell'ormone della crescita e dei livelli di glucocorticoidi. Due patologie sono accomunate dalla presenza di questa condizione: l'acromegalia e la sindrome di Cushing.
Con lo scopo di aiutare i medici e gli altri operatori sanitari a prendere le migliori decisioni terapeutiche, la Società Italiana di Diabetologia (SID) e la Società Italiana di Endocrinologia (SIE) hanno ritenuto opportuno pubblicare delle linee guida sul trattamento dell'iperglicemia nei pazienti con un eccesso di ormone della crescita e di corticosteroidi.
Sia il SID che il SIE hanno nominato dei membri, scelti in base alla loro conoscenza specifica nel settore, per collaborare alla redazione delle linee guida. Il consenso è stato guidato da una revisione sistematica di tutti gli studi disponibili e da discussioni interattive, e infine pubblicato sul Journal of Endocrinologic Investigation.
Fra gli esperti che hanno curato l'aspetto più propriamente diabetologico c'è il Prof. Angelo Avogaro, direttore dell'U.O. Malattie Metaboliche dell'Università di Padova. “L'iperglicemia è un problema rilevante in queste patologie: nell'acromegalia la prevalenza del diabete è del 20-60%, mentre nella sindrome di Cushing è del 50-60%”, spiega il professore. “Sono entrambe malattie rare: l'acromegalia si attesta sui 40 casi per milione per anno, mentre la sindrome di Cushing fa registrare 0,7-2,4 casi per milione”.
Nell'acromegalia si ha un aumento dell'ormone della crescita dopo che si sono fissate le cartilagini di coniugazione, il che non causa una crescita eccessiva in altezza, ma deforma le ossa. Se invece ciò avviene prima di questa fase si parla di gigantismo, che a differenza dell'acromegalia mantiene le corrette proporzioni corporee. Nella sindrome di Cushing, invece, il diabete è secondario a un aumento eccessivo di ormoni steroidei, che causano alti livelli di glicemia.
“Fra le raccomandazioni che abbiano concordato – continua il professor Avogaro – figura il controllo frequente della glicemia e dell'emoglobina glicata. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, consigliamo di usare gli antidiabetici orali se l'iperglicemia è modesta, in caso contrario l'insulina”.