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Vanacore (ISS): "Perchè la FIGC non commissiona uno studio specifico sulla diffusione della Sla nel mondo del calcio?

Che la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) sia una malattia genetica non è ancora stato dimostrato. Lo ha ribadito Nicola Vanacore, neuroepidemiologo dell'Istituto superiore di sanità. Vanacore contesta le dichiarazioni della Federazione italiana gioco calcio (Figc), secondo cui il calcio favorisce, ma non è causa dell'insorgere della Sla.

Replicando alle dichiarazioni rilasciate da Paolo Zeppilli, presidente della Commissione scientifica della Fgic sulla Sla, al convegno 'La ricerca sulla Sla: dalla genetica verso la terapià, svoltosi a Coverciano nei giorni scorsi, Vanacore sottolinea che "quello che bisognerebbe individuare è il peso del fattore genetico e di quello ambientale sulla diffusione della malattia. Ma finchè non ci si occuperà di questo, non potremo sapere davvero il ruolo del calcio nell'insorgere della malattia". La Figc, prosegue l'esperto sul sito web di Viva la vita Onlus (l'associazione che riunisce le famiglie dei malati di Sla), "sostiene però di avere investito 450 mila euro: più che nobile, ma 450 mila euro sono una cifra irrisoria, un contributo. La ricerca ha bisogno di cifre molte più elevate. E poi un conto è finanziare la ricerca sulla Sla, altro e fare ricerca nel mondo del calcio. Bisognerebbe investire soprattutto nel secondo aspetto, per cercare di capire cosa è accaduto in quel campo".

"Ci sono solo due studi - spiega Vanacore - che dimostrano che il rischio di Sla per i calciatori è 7-11 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Il primo, eseguito dal gruppo di ricercatori guidato da Adriano Chiò, neurologo ed epidemiologo dell'Università di Torino, prova che l'incidenza della malattia nei calciatori era di circa 7 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Il secondo, eseguito da Stefano Belli, epidemiologo dell'Iss, afferma che il valore sale di 11 volte. Ma è impossibile, al momento, determinare cosa abbia provocato l'insorgere della malattia".

Perciò, secondo il neuroepidemiologo la Figc dovrebbe finanziare una ricerca per capire se davvero fra i calciatori esistono pratiche o comportamenti che hanno favorito l'insorgere della Sla. Una volta individuati, fare prevenzione sarebbe molto più facile.

 

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