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Dr. Sorarù (Università di Padova): “Prima dell’approvazione necessarie ulteriori indagini, ora non ci sono dati sufficienti”

Un nuovo farmaco per la SLA, chiamato GM604, potrebbe essere in grado di rallentare la progressione della grave patologia neurodegenerativa. Il produttore del farmaco, la società biofarmaceutica californiana Genervon, ha annunciato nel mese di gennaio uno studio singolo su un paziente di 46 anni con SLA: in seguito all’assunzione del farmaco, l’uomo ha mostrato piccoli miglioramenti nella parola e nella deglutizione, e alcune proteine utilizzate per segnalare la progressione della malattia sono ritornate verso il range di normalità. Il  rallentamento di progressione della patologia sarebbe stato inoltre dimostrato da uno studio condotto su 12 pazienti, numero tuttavia insufficiente per fornire una conferma scientificamente accettabile.


“Il GM604 è un regolatore di molecole che svolgono un’azione di protezione e sviluppo rispetto alle cellule motoneuronali”, ha spiegato il dr. Gianni Sorarù, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova. “I partecipanti a questo studio sono stati assegnati in modo casuale a ricevere GM604 o un placebo e sono stati osservati e valutati per 12 settimane. Per partecipare allo studio, i pazienti dovevano presentare una durata di malattia inferiore a 24 mesi”.

L’azienda farmaceutica, pertanto, ha chiesto alla Food and Drug  Administration la cosiddetta 'approvazione accelerata', prevista per i farmaci che sono ritenuti sicuri e possono aiutare i malati terminali.  Questo programma è stato realizzato per l’HIV/AIDS nel 1992 ed è spesso usato per i farmaci contro il cancro: si stima che circa un terzo di tutti i farmaci vengano poi approvati definitivamente dopo gli studi.

La concessione per l’approvazione accelerata non sarebbe senza  precedenti. La FDA ha accelerato l’iter di altri farmaci sulla base di prove molto più esigue, come ha fatto nel 1990 per il farmaco Riluzolo, l’unico tuttora approvato per la SLA. Il Riluzolo, purtroppo, aumenta la durata della vita di soli due o tre mesi. Quando il farmaco è stato introdotto, nel 1995, la FDA lo ha reso disponibile per circa il 10 per cento dei pazienti con SLA, come parte di un programma di accesso anticipato.

Intanto, una petizione online ha già raccolto 229.000 firme per chiedere alla FDA di rendere il farmaco immediatamente disponibile per le 30.000 persone che, solo negli Stati Uniti, combattono questa terribile malattia. Anche le tv, i quotidiani e i blogger si stanno impegnando a favore dell’iniziativa.

“Tutti i dati preclinici di fase 1 e fase 2A – scrive l’azienda  farmaceutica in un comunicato stampa – dimostrano la sicurezza e  l’efficacia di GM604. Per quanto riguarda la sicurezza, nessun effetto avverso clinicamente significativo attribuibile a GM604 è stato riportato in alcuna di queste prove. Per quanto riguarda l’efficacia, è vero che, di solito, nessuno si aspetta risultati statisticamente significativi dagli studi di fase 2A. In realtà, la maggior parte delle prove hanno difficoltà anche a trovare un trend positivo. Ma le prove di fase 2A di Genervon in due diverse malattie neurodegenerative – la SLA e la malattia di Parkinson – hanno mostrato miglioramenti nel gruppo trattato, sia nelle misurazioni cliniche che in quelle multiple dei biomarcatori. Le differenze fra i gruppi trattati e i gruppi placebo sono state statisticamente significative”.

“I risultati presentati da Genervon– ha commentato il dr. Sorarù – vanno per il momento interpretati solo come autonome osservazioni cliniche da verificare attraverso un corretto percorso scientifico condiviso dalla comunità scientifica. In tal senso, per sancire la reale efficacia del farmaco, la FDA ha correttamente richiesto uno studio con una numerosità maggiore di pazienti e con un monitoraggio più lungo della progressione di malattia”.

 

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