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L’esperienza di Ivano, paziente sardo che si è sottoposto alla cura negli USA

La talassemia è una patologia che, con le sue diverse forme, colpisce molte persone. Basti pensare che in Sicilia e Sardegna si registra  un tasso di malati pari al 12%.
E’ comprensibile, dunque, che la storia di Ivano Argiolas rappresenti una speranza per i pazienti che lottano costantemente contro la malattia e sono costretti a sottoporsi a continue trasfusioni di sangue al fine di compensare la loro carenza in emoglobina.

Ivano è un uomo di 39 anni, sardo, affetto da talassemia e uno dei tre volontari  che hanno deciso di sottoporsi al progetto sperimentale di terapia genica realizzato dai ricercatori del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, il centro di New York all'avanguardia mondiale per la cura contro il cancro.

I ricercatori stanno sperimentando una terapia genica che, se si rivelerà efficace, diventerà un’alternativa al trapianto di midollo osseo. Il progetto di sperimentazione si chiama “Terapia genica per la talassemia” e consiste nel prelevare le cellule malate dal midollo osseo del paziente, modificarle in laboratorio introducendo la forma corretta del gene e re-infonderle nel midollo osseo del paziente stesso.

Ivano è stato sottoposto a trapianto di midollo osseo nel mese di Agosto e,  in un’ intervista rilasciata al giornale “La Nuova”,  ha dichiarato di aver atteso con ansia la data del trapianto sin da quando il professor Renzo Galanello, luminare in materia recentemente scomparso, lo aveva informato di tale protocollo sperimentale.

Tale approccio terapeutico è però ancora in via di sperimentazione e in attesa di assenso definitivo da parte della FDA per la prosecuzione dello studio di fase II in cui verranno coinvolti solo i pazienti che rispondano a precisi parametri.

Si dovrà, inoltre, attendere almeno un anno per capire se effettivamente  le cellule sane, modificate in vitro, siano in grado  di duplicarsi e di produrre emoglobina.

Il 17 Luglio scorso, dopo la fase 1 di preparazione,  Ivano è arrivato, con la fidanzata Francesca Più, a New York dove è stato sottoposto ai primi controlli, ad un mese di isolamento, ad un ciclo di chemioterapia e, finalmente, all'infusione del gene modificato.
Ivano durante il suo coraggioso percorso ha dovuto affrontare, oltre ai comprensibili timori, un altro momento difficile quando, dopo la chemioterapia, il suo corpo ha messo in atto una risposta immunitaria imprevista contro le piastrine trasfuse da sangue donato, distruggendole.
Racconta così quei momenti: “Bisognava trovare subito un donatore compatibile, ecco perché ho pensato di lanciare un appello, chiedendo a tutti gli italiani a New York di venire a donare il sangue”.
Il suo appello è stato ascoltato e molti connazionali si sono presentati al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center per donare il sangue. Le difficoltà però  non erano ancora finite perché le cliniche statunitensi non accettano come  donatori coloro che hanno vissuto in Europa nel periodo della mucca pazza.

Poi improvvisamente, come racconta la fidanzata Francesca: “Le piastrine hanno ripreso, per fortuna, ad aumentare da sole” . E così Ivano è stato sottoposto al trapianto.

Ora non resta che attendere il tempo necessario sperando che i risultati sperimentali vengano confermati e augurare ad Ivano e a tutte le persone affette da talassemia un futuro migliore.

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