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L’ipotesi in uno studio del dottor Piga dell’Università di Cagliari

Perché la malattia di Behçet sembra colpire più in Sardegna che in altre regioni? La risposta potrebbe essere nella storia di esposizione alla malaria e alle epidemie di peste che, in passato, hanno colpito la popolazione dell’isola. L’ipotesi è esposta in uno studio pubblicato il mese scorso dal dottor Matteo Piga dell’Università di Cagliari che, sotto la guida e lo stimolo del Prof. Alessandro Mathieu e con il supporto degli altri Medici dell’equipe da lui diretta, studia la geoepidemiologia di questa malattia e le sue cause genetiche e ambientali.

“La ricerca nasce dal fatto riconosciuto che una forte esposizione ad alcune infezioni un tempo letali, come malaria o peste, abbiano determinato una selezione sulla popolazione. Nel caso specifico – spiega il Dottor Piga - sono sopravvissute alle varie epidemie soprattutto quelle persone portatrici di determinati tratti genetici in grado di determinare una risposta infiammatoria tale per cui riuscivano a non morire di queste malattie. Quando nel tempo, grazie ad antibiotici e diverse misure di igiene, i germi responsabili della malaria (Plasmodium falciparum) e della peste (Yersinia pestis) sono scomparsi, negli eredi di quei sopravvissuti le risposte infiammatorie che prima li avevano salvati hanno cambiato bersaglio, scatenandosi contro il corpo stesso e dando così luogo a malattie autoimmuni, proprio come la malattia di Behçet”.

Il meccanismo di selezione genetica alla base di questa maggiore diffusione della malattia in Sardegna sarebbe dunque analogo a quello che ha determinato un’alta incidenza di talassemia (anche questa legata alla malaria) e favismo.

“Questa ipotesi – spiega il Dottor Piga – è stata fino ad ora verificata attraverso prove indirette che ci permetteranno, però, di fare sperimentazioni precise per avere ulteriori conferme. La ricerca però, anche in Sardegna, si concentra su diversi fronti. Ad esempio, per capire bene come funziona la malattia, la nostra struttura sta collaborando con la reumatologia e la genetica dell’Università di Sassari ad uno studio proposto dal Prof Giuseppe Passiu e dal dottor Gianluca Erre. Qui stiamo osservando il funzionamento del microRna per capire come accenda o spenga i geni che crediamo coinvolti nella risposta autoimmune della Behçet”.

Sono ricerche come queste che possono aprire la strada a nuove terapie in grado di spengere o attenuare l’attacco del sistema immunitario contro il corpo stesso: non a caso, proprio nella lotta alla talassemia, molte speranze sono riposte nella terapia genica.

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