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L'idea di una sarda e di un indiano per identificare le 100 malattie del feto più diffuse

CAGLIARI – Il primo test prenatale non invasivo, in grado di identificare con accuratezza le cento malattie genetiche più diffuse al mondo: questa l'idea che ha portato il progetto Yenetics a trionfare nella  finale della terza edizione del Contamination Lab, l’incubatore di impresa dell’Università di Cagliari. La premiazione si è svolta lo scorso 19 febbraio presso il Conservatorio di Musica del capoluogo sardo, con il campione di ciclismo Fabio Aru a fare da testimonial all’evento.

Yenetics è l’unica delle otto startup finaliste che ha puntato sul settore della bio ingegneria medica (qui il video di presentazione del progetto). Il team ha vinto il primo premio di 15mila euro offerti dall’Agenzia regionale Sardegna Ricerche, da utilizzare per la realizzazione del proprio progetto, e l’accesso al Talent Garden di Milano.

Yenetics è stata ideata da Chiara Saba, nata in Sardegna, classe '83, laurea specialistica in Finanza alla Bocconi di Milano, con alle spalle esperienze lavorative nel campo finanziario in Inghilterra e Cina, e da Amit Kumar, classe '82, ricercatore indiano del CRS4 di Pula laureato in Scienze Fisiche, master in Fisica, al suo secondo dottorato dopo quello in Biofisica. La startup conta partner di livello internazionale: tra i suoi advisor scientifici figurano il genetista Riccardo Berutti dell’Insitute of Human Genetics di Monaco, il biotecnologo Robero Cusano e la genetista dell’Università Bicocca di Milano Sara Casati.

Una giuria qualificata, presieduta da Annalisa Bonfiglio, prorettore all'Innovazione dell’Università di Cagliari, ha ascoltato le presentazioni e valutato le idee imprenditoriali esposte dai team. Sono intervenuti il rettore dell’Università di Cagliari Maria del Zompo, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

Chiara Saba, la fondatrice del progetto, ha commentato così dopo la vittoria: “Determinante è stata la mia attività di volontariato nelle organizzazioni di pazienti affetti da malattie rare. Grazie ad Annalisa Scopinaro dell'Aisw e alla presidentessa di Uniamo, Renza Barbon Galluppi, ho partecipato a numerosi corsi di bioetica e ho capito cosa significa sedere ad un tavolo tecnico come “paziente professionista”. Venire a conoscenza delle difficoltà per dare voce alle associazioni di malattie rare, unita alla nostra missione per creare soluzioni efficaci alle problematiche di questa categoria di pazienti, è il motore che alimenta la spinta al successo di Yenetics. Il nostro obiettivo di lungo termine è quello di operare sulla frontiera tecnologica della genetica applicata”, conclude Chiara Saba. “Crediamo in una genetica semplice, trasparente e diretta”.

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