L'Ema ha dato il via libera al nivolumab. Nuove speranze anche dalla “biopsia liquida”
L'Agenzia europea dei medicinali (EMA) ha dato il proprio via libera al farmaco immunoncologico nivolumab anche per il trattamento del tumore del polmone del tipo “non a piccole cellule non squamoso”. Questa approvazione estende l'attuale indicazione d'uso per questa molecola innovativa, coprendo così l'85% dei casi complessivi di tumore del polmone. L'approvazione permette la commercializzazione estesa di nivolumab in tutti i Ventotto Stati membri dell'Unione Europea. Obiettivo è aumentare l'aspettativa di sopravvivenza nei pazienti con tumori difficili da trattare, come appunto il cancro del polmone non a piccole cellule.
L'approvazione si basa sui risultati dello studio di fase III CheckMate -057 pubblicati sul New England Journal of Medicine. Nello studio, nivolumab ha dimostrato una riduzione del rischio di morte del 27% e un tasso di sopravvivenza a un anno del 51% rispetto al 39% della terapia standard. Il tumore del polmone è la principale causa di morte per cancro al mondo e secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità è responsabile di più di 1,5 milioni di decessi ogni anno. I tassi di sopravvivenza variano a seconda dello stadio e del tipo di tumore al momento della diagnosi. Qui vi avevamo raccontato di altre molecole che potrebbero aiutare le persone affette da neoplasie polmonari.
C'è poi un'altra notizia relativa alla diagnosi e alla terapia del tumore al polmone. Un semplice test del sangue potrà rilevare le mutazioni in due geni chiave del tumore ai polmoni non a piccole cellule. Per consentire così terapie su misura e monitorare la risposta ai farmaci oggi in commercio. A promuovere questo nuovo tipo di biopsia liquida sono i ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute (Usa), insieme ai colleghi di diversi centri di ricerca, autori di un nuovo studio pubblicato online sul prestigioso Jama Oncology. Il lavoro dimostra il potenziale di questo nuovo test come strumento per identificare i pazienti che possono beneficiare di farmaci mirati a colpire proprio queste mutazioni. Vi avevamo raccontato di una scoperta basata su un simile approccio qualche settimana fa.
La biopsia liquida testata nello studio consiste nel prelievo di sangue che contiene Dna delle cellule tumorali, per l'analisi delle anomalie o mutazioni di questo Dna. La tecnica rileva irregolarità genetiche chiave in un tumore, e apre la strada a una terapia davvero mirata, spiega il team diretto da Geoffrey Oxnard.