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Prof. Andrea GiustinaPer il prof. Andrea Giustina, appena eletto a capo della European Society of Endocrinology, occorre verificare i saperi acquisiti dagli specialisti nei rispettivi Paesi di provenienza, con un esame gestito dalla società scientifica

MILANO – Con più di quattromila soci, la European Society of Endocrinology (ESE) è la seconda al mondo dedicata a questa branca della medicina, dopo l'americana Endocrinal Society. Un onore e una responsabilità esserne diventato il presidente: ne è consapevole il prof. Andrea Giustina, Ordinario di Endocrinologia dell'Università Vita e Salute S. Raffaele di Milano, eletto a capo dell'ESE dopo una lunga e durissima competizione internazionale che ha coinvolto tutti gli endocrinologi europei.

“La European Society of Endocrinology, nel corso del tempo, si è trasformata: fino a 11 anni fa era una semplice aggregazione di società scientifiche nazionali con il nome di EFES, ora rappresenta tutti gli endocrinologi a livello europeo. Con un numero di soci in crescita, comprende 48 società affiliate e membri extraeuropei provenienti, ad esempio, da Stati Uniti, Australia e Paesi Arabi”, spiega Giustina.

Proprio pochi giorni fa si è concluso a Lisbona il Congresso Europeo di Endocrinologia: un evento di grandissime dimensioni, con più di 4.000 partecipanti e un totale di 1.880 comunicazioni da parte dei soci, fra presentazioni orali e poster: un numero così alto di contributi spontanei, per Giustina, dimostra la capacità attrattiva del congresso e la forza della ESE. Ampio spazio è stato riservato alle più diffuse malattie della tiroide, come l'ipo e l'ipertiroidismo, alle malattie metaboliche, agli adenomi ipofisari, al diabete e all'obesità. Ma il neo presidente ha fortemente voluto un'intera sessione, molto partecipata, sulle malattie ipofisarie rare.

Fra le relazioni più apprezzate, quella che ha anticipato i risultati di uno studio multicentrico italiano, non ancora pubblicato, con una numerosa casistica di pazienti affetti da carcinoma della tiroide e metastasi ossee. Approfondimenti anche sulla sindrome della sella vuota, un disturbo che coinvolge la sella turcica, una struttura ossea alla base del cervello nella quale ha sede l'ipofisi: ne ha parlato la prof.ssa Laura De Marinis, dell'Università Cattolica di Roma. La dr.ssa Anna Maria Formenti, dell'Università degli Studi di Brescia, invece, ha esaminato i legami esistenti fra due patologie rare, l'osteogenesi imperfetta e la sindrome di Ehlers-Danlos (Clicca qui per leggere l'intervista di OMaR alla dott.ssa Formenti).

“Partiamo da un presente florido, l'ESE rappresenta una realtà importante”, ha commentato il prof. Giustina. “Ora abbiamo due priorità: la prima è continuare a dialogare con tutti i partner istituzionali, con gli organismi europei e l'Agenzia del Farmaco. La seconda sarà omogeneizzare il curriculum degli specialisti in endocrinologia e procedere alla verifica dei saperi acquisiti nei rispettivi Paesi di provenienza, magari tramite un esame gestito dalla ESE: occorre che tutti condividano dei requisiti, in modo da facilitare gli interscambi a livello europeo. Questa certificazione – conclude il presidente – sarà seguita dalla consegna di un attestato, una sorta di passaporto endocrino europeo”.

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