Grazie alla terapia, le condizioni della giovane sono migliorate. L'insolito caso è stato riportato sulla rivista ufficiale dell'Associazione Medica Canadese
Marzia Caproni, docente a contratto del Dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale dell'Università di Firenze, e Roberto Maglie, specializzando presso lo stesso ateneo, sono gli autori di un recente studio in cui è stato descritto l'inusuale caso clinico di una ragazza colpita da ricorrenti episodi di sudorazione con presenza di sangue. Pubblicato sul Canadian Medical Association Journal (CMAJ), l'articolo ha contribuito a riportare l'attenzione della comunità medica e dei media su un fenomeno patologico rarissimo e tuttora inspiegato, l'ematoidrosi, nei cui confronti c'è un certo scetticismo da parte di diversi esponenti dell'ambiente scientifico.
Nello studio, i due autori descrivono il quadro clinico di una ragazza di 21 anni con una storia triennale di ripetuti sanguinamenti in corrispondenza della pelle del viso e delle mani, in assenza di alcun tipo di lesione epidermica. Visitata presso il Centro Malattie Rare Dermatologiche della ASL Toscana centro, diretto dalla dott.ssa Marzia Caproni, la giovane ha spiegato che questi episodi si manifestavano soprattutto in periodi di forte stress emotivo, avevano una durata di pochi minuti e si risolvevano in modo spontaneo. La paziente manifestava anche i segnali di una generale tendenza alla depressione e agli attacchi di panico.
Gli esperti italiani hanno avuto modo di riscontrare l'effettiva presenza di globuli rossi nel sudore della ragazza e, dopo aver escluso la possibilità di un disturbo della coagulazione sanguigna o di una malattia fittizia, ossia deliberatamente simulata dalla paziente, hanno formulato una diagnosi di ematoidrosi, una condizione essenzialmente caratterizzata dall'occasionale e spontanea emissione di sangue dalle ghiandole sudoripare.
Sebbene si tratti di un fenomeno assai raro, le prime testimonianze di ematoidrosi risalgono al quarto secolo avanti Cristo, riportate nei trattati Historia animalium e De partibus animalium del filosofo greco Aristotele. A fornire il dato è la professoressa Jacalyn Duffin, della Queen's University at Kingston (Ontario, Canada), in un articolo che la rivista CMAJ ha pubblicato insieme allo studio di Caproni e Maglie. Analizzando la letteratura medico-scientifica per delineare una sorta di 'storia dell'ematoidrosi', la prof.ssa Duffin è stata in grado di risalire ad almeno 28 casi recenti di questa patologia, documentati tra il 2004 e il 2017.
Oltre ad essere rara, l'ematoidrosi è una condizione velata di mistero, soprattutto perché la causa di questo fenomeno non è ancora stata spiegata. “L’insorgenza è legata a un evento particolarmente stressante o ad un trauma”, ha spiegato alla stampa la dott.ssa Caproni. “L’ipotesi è che ci sia un restringimento e poi una rottura dei capillari che circondano le ghiandole sudoripare, che fa sì che il sangue si mescoli al sudore. E’ un'ipotesi che è stata formulata proprio qui a Firenze già nel 1999, e che si applica anche ad alcuni fenomeni legati alla fede religiosa”. Per via dei numerosi interrogativi che circondano la malattia, diversi esponenti dell'ambiente scientifico sono tuttora restii ad ammettere la possibilità che una persona possa 'sudare sangue'. In effetti, come confermato anche dalla stessa dott.ssa Caproni, per alcuni ricercatori l'ematoidrosi non esiste affatto, nonostante i vari casi descritti in letteratura.
Ad ogni modo, alla giovane paziente ricoverata a Firenze è stata somministrata un'iniziale terapia a base di paroxetina e clonazepam, per i problemi di depressione e ansia, seguita da un trattamento con propranololo, un agente betabloccante indicato per l'ipertensione e già impiegato in altri casi di ematoidrosi. “Dopo il nostro intervento c’è stato un miglioramento”, ha aggiunto la dott.ssa Caproni. “La situazione non è ancora risolta completamente, ma gli episodi di sanguinamento sono molto meno frequenti e di dimensioni ridotte”.
Dal momento della sua uscita su CMAJ, lo studio sull'ematoidrosi di Caproni e Maglie ha avuto una notevole risonanza mediatica, suscitando l'attenzione dell'ambiente scientifico. A congratularsi con i due autori per il risultato raggiunto, è stata, nei giorni scorsi, anche Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana: "Le mie congratulazioni ai due ricercatori fiorentini", ha dichiarato l'assessore in una nota. “Dopo la pubblicazione sulla rivista medica canadese, il caso oggetto del loro studio è già su molte testate internazionali, e rende onore alla dermatologia fiorentina. Il Centro dermatologico delle malattie rare della ASL Toscana centro, diretto dalla dottoressa Caproni, è un'eccellenza non solo nazionale, ma internazionale". L'istituto, infatti, è recentemente entrato a far parte della ERN-Skin (European Reference Network on Rare and Undiagnosed Skin Disorders), la Rete di Riferimento Europea (ERN) specificamente dedicata alle malattie rare e complesse della pelle (clicca qui per informazioni sulle reti ERN attualmente approvate).