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Tubercolosi

Il dott. Luigi Ruffo Codecasa (Milano) smentisce l’ennesima falsa notizia che circola sul virus SARS-CoV-2

Il 24 marzo 1882 Robert Koch, celebre microbiologo tedesco, presentò alla Società tedesca di Fisiologia e Medicina i risultati del suo lavoro sul Mycobacterium tuberculosis, inquadrandolo, di fatto, quale agente eziologico della tubercolosi. Forse è proprio da qui che dovremmo partire per disinnescare l’ultima bufala mediatica esplosa sui social, che, per spiegare l’ampia diffusione del nuovo Coronavirus SARS-CoV-2 tira in ballo proprio la tubercolosi (TBC). E in particolare il vaccino (BCG) messo a punto contro di essa.

Nei giorni scorsi, infatti, in molti hanno ricevuto sui propri cellulari questo messaggio:

“In tutta la Lombardia, dove abito, ho interpellato gli Ospedali Civili di Brescia, Cremona, Chiari, e in quasi 2000 ricoverati in terapia intensiva, sorpresa: non c’è un extracomunitario!!! Che abbia il Coronavirus. Possibile? che sono tutti sani? Allora: a Borgo San Giacomo, solo gli italiani hanno preso il Corona. Come mai? Sono 5000 abitanti di cui 3500 indiani e 1500 italiani, giovani e vecchi. Gli indiani giovani e vecchi: 50 e 60enni in numero importante. Cosa mi dicono gli indiani: noi non la prendiamo la polmonite. Il Corona sì, ma è una normale influenza, a noi non viene la polmonite perché siamo vaccinati contro la tubercolosi. Un giorno e passa. Solo voi italiani che non siete più vaccinati (il vaccino dura 20 anni e se non c’è richiamo vaccinale si rende di nuovo esposti a polmonite) dalla tubercolosi vi ammalate, prima di influenza ma poi di polmonite. Soprattutto gli anziani, che ormai è da 40 anni che non fanno richiami. Cosi i bambini italiani non si ammalano (non di Corona...che attiva la tubercolosi) di polmonite perché sono vaccinati contro la TBC. Vaccino che dura fino a 19/20 anni. Ovviamente anche i vostri ventenni cominciano ad ammalarsi di Cov e tubercolosi. Perché da Voi non c’è più l’obbligo di fare il richiamo. Ma Pensa!!!! La Lombardia ha la più alta concentrazione di extracomunitari, Senegalesi, Bengalesi, Egiziani, Marocchini, Rumeni, Albanesi, Tunisini, Algerini… MAH... non c’è uno con la polmonite? Perché sono giovani? No… perché sono tutti coperti da vaccino tubercolosi, che è un protocollo di copertura previsto (DALLE ASL) per gli extracomunitari! Ho chiamato tutti gli ospedali, non c’è un extracomunitario di qualsiasi età positivo o ricoverato per COV19! Come è possibile?”

A smentire queste illazioni, senza mezzi termini, è il dott. Luigi Ruffo Codecasa, Responsabile del Centro di Riferimento per la Tubercolosi della Regione Lombardia presso Villa Marelli di Niguarda di Milano: “è noto un generico stimolo immunitario anti-infettivo e anti-neoplastico del BCG, ma un simile effetto protettivo da parte del vaccino contro la tubercolosi nei riguardi delle polmoniti da COVID-19 è una bufala. Sono in corso di pianificazione alcuni studi immunologici ma non ci sono evidenze specifiche. Un’ulteriore prova viene offerta dal fatto che l’epidemia di COVID-19 è nata in Cina dove tutti, o quasi tutti, vengono vaccinati per tubercolosi, e si è inizialmente espansa nei Paesi in cui la vaccinazione viene ancora fatta estensivamente, come la Corea, il Giappone e l’Iran. Questo percorso non supporta l’ipotesi di un effetto protettivo del BCG contro il COVID-19”.

Una spiegazione semplice ed efficace che giunge proprio il 24 marzo, una data speciale che, da diverso tempo, coincide con la Giornata Mondiale dedicata alla Tubercolosi e che quest’anno diventa occasione per ricordare che il nostro sistema immunitario è molto complesso, e che patologie batteriche (come la TBC) e virali (come la COVID-19), seppur con numerosi percorsi comuni, non necessariamente hanno provvedimenti terapeutici simili. Ricordiamo, infatti, che virus e batteri sono due cose molto diverse.

Una precisazione aggiuntiva che contribuisce a demolire questa nuova bufala è legata al fatto che nel messaggio si afferma che gli extracomunitari non si ammalano. “Non è vero che gli stranieri non si ammalano, perché tra i tanti pazienti giunti al mio ambulatorio con screening per TBC, alcuni avevano anche polmoniti in seguito diagnosticate come da COVID-19, nonostante la giovane età. E tutti erano vaccinati per la tubercolosi”, precisa Codecasa, allineando la sua testimonianza a quella del prof. Roberto Burioni e del prof. Massimo Galli dell’Ospedale Sacco di Milano.

Sino ad ora, nel mio gruppo, pur avendo incontrato, in generale, un numero limitato di casi di infezione da COVID-19, abbiamo visto pochissime persone affette di etnia africana, e mi piace pensare che ciò sia dovuto a qualche differenza genetica che li protegga dall’infezione”, conclude Codecasa. “Perché se la malattia COVID-19 riuscisse a sfondare in Africa, così come in India, sarebbe un disastro non solo per quelle popolazioni, ma per tutta l’umanità”.

Al momento, su tanti aspetti del virus SARS-CoV-2 non ci sono evidenze inoppugnabili, e adottare lo schema del pensiero laterale è utile per proporre ipotesi di lavoro, che devono però trovare conferma prima di circolare come verità assolute. Come nel caso della peggiore risposta alla malattia osservata in pazienti in cura con farmaci ACE-inibitori e sartani rispetto a quelli in cura con farmaci calcio-antagonisti. Per ora, in questo caso, si tratta soltanto di un’ipotesi di ricerca, che potrebbe essere confermata come no. Una volta terminata la fase critica di questa infezione da Coronavirus, sarà necessario che medici e ricercatori si mettano al lavoro per rivedere tutti i dati in maniera corretta e sistematica e trarne le giuste informazioni, cosicché nel futuro possano essere affrontati al meglio eventuali altri problemi come questo.

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