Ricordiamo anche l’appello delle 6mila famiglie per la libertà di scelta
La seconda ondata di emergenza COVID-19 incombe sul territorio nazionale, con le conseguenti misure emergenziali che tutti noi conosciamo. In molte regioni però – fortunatamente – le scuole restano aperte e agli studenti è garantito il diritto di frequenza. Hanno diritto a un percorso di didattica integrata online gli studenti con fragilità certificata, ma che succede quando ad essere fragili sono i genitori? Purtroppo queste famiglie sono abbandonate a se stesse, la situazione non è più sostenibile. Anche Il Sole 24 Ore si è occupato della denuncia esposta dall’Osservatorio Malattie Rare, con un articolo firmato da Manuela Perrone, che vi invitiamo a leggere a questo link.
“Continuiamo a raccogliere decine di lettere firmate in cui madri e padri con malattie rare, come la fibrosi polmonare idiopatica, alcune forme di immunodepressione, oltre ai pazienti oncologici – spiega Ilaria Vacca, giornalista che per OMaR cura anche lo Sportello Legale “Dalla parte dei Rari” – ai quali i dirigenti scolastici negano la possibilità di un percorso di didattica online integrata per i figli. Il Ministero dell’Istruzione non ha mai risposto alle nostre richieste di chiarimenti e i dirigenti scolastici si sentono legittimati a rifiutare i percorsi di DaD o DDi per questi ragazzi.”
In collaborazione con OMaR, Il Sole 24 Ore ha raccolto la testimonianza di Achille Abbondanza, vicepresidente FIRMAP Firmap (Federazione delle associazioni di pazienti con fibrosi polmonare idiopatica e malattie rare polmonari), uno dei tanti genitori “fragili” che, come ormai è ampiamente dimostrato, espongono a un rischio elevato di sviluppare forme gravi e letali di COVID-19 - che si vedono negato dalle scuole il diritto alla didattica a distanza per i propri figli. “Eppure in alcune di quelle stesse scuole la possibilità di collegarsi online per seguire da casa le lezioni tenute in presenza dai docenti è garantita ai singoli studenti posti in isolamento domiciliare o quarantena. È dunque non solo tecnicamente possibile, ma già in essere. Come mai allora non viene estesa anche agli alunni che convivono con persone che, come ripetono ogni giorno gli esperti, vanno protette in modo particolare dal SARS-CoV-2? – scrive Perrone - Dove sta il “baco”?”
L’articolo 21 del decreto legge Ristori, peraltro, ha stanziato 85 milioni aggiuntivi proprio per potenziare ancora la didattica digitale integrata con l’acquisto di dispositivi e chiavette Usb. Dovrebbe quindi essere possibile avviare dei percorsi di DaD e Dip, seppur con le comprensibili difficoltà del caso.
Quello che certamente è intollerabile è che ai genitori venga chiesto di ricorrere all’homeschooling, che certamente è un diritto ma non può rappresentare una soluzione. Soprattutto non una soluzione improvvisata.
La denuncia de Il Sole 24 Ore ricorda anche il tema della libertà di scelta, sollevato a gran voce dal gruppo Facebook “Scuola e sicurezza: scelta libera tra Dad e Dip”, nato perché - afferma una delle amministratrici, Stefania Sambataro - nel rispetto della libertà di tutti, docenti, genitori e studenti in condizioni di fragilità possano scegliere tra Dad e didattica in presenza, per tutelarsi secondo le loro esigenze”. In due occasioni, a fine agosto e a ottobre, i genitori e gli insegnanti del gruppo - in collaborazione con le associazioni dei malati reumatici Anmar e Alomar e con l’associazione italiana diabetici Fand, nonché con il sostegno della Fondazione The Bridge - hanno inviato ai ministri della Salute e dell’Istruzione, Roberto Speranza e Lucia Azzolina, e ai componenti del Comitato tecnico-scientifico una lettera-appello in nome di 6mila famiglie. “Si prenda atto che se un nostro familiare si ammala potrebbe causare dei danni enormemente maggiori rispetto al contagio di una famiglia senza criticità al suo interno - si legge nella missiva, in cui si richiamano gli articoli 3 e 32 della Costituzione e si invoca che sia riconosciuta - fintanto che permarrà lo stato di emergenza sanitaria, la facoltà di scelta tra Didattica a distanza e Didattica in presenza a tutte quelle famiglie che hanno delle fragilità e che lo chiedono”.
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