Le denunce di questi giorni mettono in luce grossi dubbi interpretativi sul recente messaggio INPS
Non si placano le polemiche sull’interruzione dell’assegno mensile per coloro che hanno una percentuale d’invalidità riconosciuta maggiore del 74%, prospettata dal Messaggio INPS n. 3495 del 14 ottobre 2021, di cui abbiamo avuto modo di occuparci nei giorni scorsi.
"La recente lettera diffusa dall'INPS fa intendere che a breve potrebbe esserci la sospensione dell'assegno a favore delle persone disabili che svolgono un’attività lavorativa". Lo afferma, in una nota, Paola Binetti, senatrice Udc e presidente dell'Intergruppo parlamentare delle malattie rare. "È una scelta sconsiderata – afferma ancora Binetti – che priverebbe di una misura necessaria i cittadini più fragili. È un provvedimento sbagliato sul piano della giustizia sociale. Per questo ho presentato un’interrogazione urgente ai ministri Orlando e Stefani. La prossima legge di Bilancio e il decreto fiscale devono inevitabilmente scongiurare questa eventualità indegna. Incontrerò a breve le associazioni che si occupano dei pazienti con malattie rare che spesso devono convivere con la disabilità. Bisogna far ritornare sui suoi passi l'INPS", – conclude la senatrice.
Anche l’ex Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, la senatrice Nunzia Catalfo ha affidato a un comunicato le proprie dichiarazioni, annunciando che presenterà un emendamento al Decreto Fiscale per risolvere il problema. La senatrice del Movimento cinque stelle condivide "le preoccupazioni espresse da molte associazioni che si occupano di disabilità: la stretta sulla concessione degli assegni mensili di assistenza erogati dall'INPS agli invalidi parziali è da modificare e necessita di un intervento immediato. “Presenterò un emendamento al Decreto Fiscale – ha annunciato Catalfo – per chiederne la modifica". Il Decreto Fiscale andrà giovedì 28 ottobre p.v. all'esame della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato (la Commissione che ha la competenza su INPS).
Queste dichiarazioni dell’ex Ministra, insieme a molti altri articoli pubblicati negli ultimi giorni, sembrano rafforzare il consolidamento dell'interpretazione più diffusa – nonostante né la normativa né la Circolare INPS ne facciano esplicito riferimento – secondo la quale che questa scelta scellerata andrebbe a colpire solo gli invalidi parziali, ovvero con percentuale tra il 74% e il 99%.
Eppure la testimonianza di Claudia – invalida al 100% – che Osservatorio Malattie Rare ha raccolto, dimostra come il margine interpretativo lasciato dalla comunicazione dell'Istituto apra scenari critici non solo per il merito del suo contenuto ma anche per la libertà interpretativa a cui lascia strada. Anche Claudia, infatti, si è sentita rispondere dal Sindacato a cui si è rivolta che non ha diritto all'aumento dell'assegno, che anzi le verrà tolto per via dell'impiego part-time che ha attualmente.
Lo Sportello Legale di OMaR è ora in attesa di chiarimento da parte dell’INPS sull’effettiva applicabilità della nuova procedura, che resta comunque deprecabile, auspicando anche a un chiarimento generalizzato destinato non solo ai patronati ma anche a tutti i cittadini.
Ciò non toglie che rimane vivo l’appello per una revisione pronta e puntuale dell’articolo articolo 13 della legge n. 118/1971, che per primo ha stabilito lo stanziamento dell’assegno d’invalidità e dalla cui interpretazione tutto è partito.
Aggiornamento: Con il Messaggio del 28 dicembre 2021 l’INPS ha recepito l’entrata in vigore della Legge 215/2021, che ridefinisce il significato di inattività lavorativa, e annulla il Messaggio dello scorso ottobre. La richiesta di assegno mensile d'invalidità, per gli invalidi parziali (74-99%), è compatibile con l'attività lavorativa, a patto di rispettare un limite reddituale annuo di 4.931 euro. Qui l'articolo completo Dall’INPS la rettifica sull’inattività lavorativa come requisito per l’assegno d’invalidità: accettato un reddito fino a 4.931 euro annui