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On. Lisa Noja

Approvato oggi alla Camera un Ordine del Giorno che sollecita la presa incarico senza il fardello delle lungaggini amministrative

I dati sui profughi provenienti dall’Ucraina attestano una crisi umanitaria senza precedenti, con una stima pari a circa 2,5 milioni di persone che hanno già lasciato il Paese. Nel corso delle interrogazioni a risposta immediata del 9 marzo 2022, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato come gli arrivi registrati in Italia in data 8 marzo fossero 21.045 e come, in un solo giorno, vi fosse stato un incremento pari a 2.827 unità. Sono queste alcune delle premesse da cui parte l’Ordine del Giorno presentato nella giornata di oggi alla Camera dall’On. Lisa Noja (Italia Viva), con l’obiettivo di indirizzare l’esecutivo verso la definizione di procedure nazionali per la presa in carico dei malati rari, cronici e delle persone con disabilità.

L’OdG approvato con riformulazione – a parità con i cittadini italiani, infatti, impegna il Governo ad assumere le necessarie iniziative volte a garantire regole e procedure univoche e uniformi su tutto il territorio nazionale per l’efficace e immediata presa in carico delle persone provenienti dall’Ucraina con malattie rare, croniche e con disabilità, che garantisca loro l’accesso alle necessarie prestazioni assistenziali e sanitarie, anche farmacologiche, in regime di esenzione, nonché - laddove necessario - erogate presso il domicilio.

“Secondo le stime dello European Disability Forum, – spiega l’On. Noja – in Ucraina vi sono 2,7 milioni di persone con disabilità, molte delle quali - tra cui 110 mila bambini – istituzionalizzate. Anche per fronteggiare tale emergenza, il 3 marzo 2022 il Consiglio dell’Unione europea ha approvato all’unanimità l’attivazione della direttiva 2001/55/CE sulla Protezione Temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati (DPT), al fine di offrire protezione immediata alle persone che fuggono dall’Ucraina”.

La risoluzione delle Nazioni Unite n. 2475 del 2019 – ricorda l’Ordine del Giorno – afferma la necessità che gli Stati membri e le parti coinvolte forniscano adeguata assistenza e protezione umanitaria alle persone con disabilità coinvolte nei conflitti armati, come statuito anche dall’articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con legge n. 18 del 2009.

A oggi, nel nostro Paese le prestazioni sanitarie, anche farmacologiche, correlate a una condizione di patologia rara o cronica vengono erogate dal SSN laddove la persona necessiti di ricovero ospedaliero; nel caso di cessazione di tale ricovero o di permanenza presso strutture non ospedaliere, l’assistenza sanitaria è garantita a chi possiede tessera sanitaria – eventualmente provvisoria. Inoltre, ai fini della piena gratuità delle prestazioni, occorre essere titolari di esenzione dal pagamento del ticket sanitario. Quanto all’accesso alle prestazioni, ai supporti e ai benefici di cui alla legge n. 104 del 1992, – richiama sempre l’OdG – è necessario l’ottenimento del riconoscimento della condizione di disabilità, di cui all’articolo 3 della stessa legge, attraverso una procedura che spesso richiede adempimenti lunghi e complessi.

L’assistenza ai profughi con malattie rare, croniche e con disabilità – aggiunge l’On. Noja – passa in primo luogo dall’efficace e tempestiva presa in carico assistenziale e sanitaria, consentendo lo snellimento delle procedure amministrative spesso complesse e farraginose. Il fatto che la procedura di richiesta della tessera sanitaria debba essere effettuata presso la ASL del luogo di domicilio, con procedure spesso differenti da regione a regione, solo per fare un esempio, fa emergere ancora di più la necessità di dotarsi di procedure unitarie e uniformi su tutto il territorio nazionale”.

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