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Disabilità, assistenza negata a scuola: unica strada è ricorso in tribunale

Fortunato Nicoletti “Disgustoso che in Italia per ottenere ciò che spetta per legge si debba passare per il ricorso giudiziario”

“La frequenza scolastica è un diritto costituzionalmente sancito, che oltretutto è anche un obbligo. Rappresenta spesso l’unico luogo di relazione, socializzazione e inclusione per i nostri figli. Dovrebbe essere garantita quindi, invece sempre più spesso accade che per poter mandare i nostri figli a scuola dobbiamo ricorrere al tribunale”. Sono amare le parole di Fortunato Nicoletti, vice presidente di Nessuno è Escluso, associazione nata a Milano nel 2020 per sostenere le famiglie che convivono con una disabilità grave o gravissima.

La storia che ci racconta è quella di sua figlia Roberta, della loro famiglia. Dopo mesi di denunce, legate all’impossibilità della frequenza scolastica di Roberta alla scuola dell’infanzia e ai centri estivi comunali, Roberta si è vista negare anche la possibilità di frequentare la scuola dell’obbligo. Il motivo? Non ci sono infermieri in grado di assisterla a scuola.

 “Per circa 4 anni non abbiamo avuto particolari criticità con la assistenza – spiega Nicoletti -  anche se già prima del periodo pandemico con la nostra associazione abbiamo segnalato più volte alla Regione attraverso interlocuzioni e incontri, che il servizio fosse ampiamente sottodimensionato ma le risposte avute anche di fronte a proposte molto concrete sono sempre state insufficienti, anche perché ricordo che questo tema nonostante sia vigente l’autonomia regionale sulla sanità, segue comunque linee nazionali che ad oggi sono a dir poco confuse oltre che praticamente inesistenti.

Dall’inizio 2022 invece sono cominciati i veri grandi problemi con una riduzione del 40% della assistenza che non ha permesso nei mesi successivi neanche la frequenza della scuola materna di Roberta per tutti i giorni previsti. "Quindi Roberta restava a casa - chiarisce Nicoletti - oppure io o mia moglie dovevamo assentarci dal lavoro per stare con lei a scuola. Vi pare una cosa normale?”

“Alla fine dell'anno scolastico - prosegue -  nel corso di una delle consuete riunioni di programmazione per l'accesso alla scuola primaria (scuola dell'obbligo, lo ricordiamo) con tutte le figure di riferimento, nonostante tutte le figure assistenziali avessero confermato sia la possibilità di frequenza che la necessità di assistenza infermieristica per tutte le ore necessarie (idealmente dalle 9  alle 16.30) i rappresentanti dell'ente erogatore hanno anticipato che avrebbero avuto grosse difficoltà a coprire tutte le ore di assistenza.”

“Il problema si è concretizzato già nelle settimane successive, mentre Roberta avrebbe dovuto frequentare il centro estivo della scuola dell’infanzia comunale. A qual punto abbiamo depositato una denuncia contro ignoti alla procura citando tutti i responsabili del servizio: Regione Lombardia, ATS, ASST ed ente erogatore. Per tutta risposta il 19 agosto abbiamo ricevuto una pec da parte della Fondazione Maddalena Grassi (l’ente privato che eroga il servizio di ADI per noi, in Lombardia): il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata è sospeso, in maniera unilaterale e senza alcuna spiegazione.”

Fortunato e sua moglie hanno deciso di presentare una diffida ufficiale alla Fondazione, chiedendo l’immediata riattivazione del servizio, pena ricorso al giudice. “Il giorno successivo la Direzione generale welfare della Regione Lombardia ha comunicato al nostro avvocato la riattivazione del servizio. Ma la nostra azione deve aver infastidito più di qualcuno.”

Su richiesta della AST è stata istituita una commissione sanitaria straordinaria, per stabilire se effettivamente Roberta potesse andare a scuola e per quante ore.

“Ci hanno richiesto tutta la documentazione sanitaria (ovviamente già in loro possesso) e hanno preteso una visita domiciliare – spiega Nicoletti -  che è stata effettuata da personale che non aveva alcuna familiarità con una cannula tracheostomica, come quella che permette a Roberta di respirare, ma che deve anche essere aspirata ogni qual volta ce ne sia la necessità. E nel frattempo nessuna notizia certa dell’assistenza necessaria per la frequenza scolastica, ci stanno comunicando solo quante ore di assistenza avrà per il giorno successivo. Per questo abbiamo deciso di depositare un ricorso d’urgenza presso il tribunale di Milano: dobbiamo garantire e tutelare il diritto e l’obbligo scolastico e il diritto all’assistenza adeguata ai bisogni di nostra figlia e anche alle necessità della famiglia.”

“I miei assistiti hanno depositato, mio tramite, ricorso d'urgenza al Tribunale di Milano contro la Regione Lombardia, e contro Fondazione Maddalena Grassi, chiedendo che il Tribunale Voglia emettere i provvedimenti d’urgenza che appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare la tutela della minore Nicoletti Roberta – precisa l’avvocato Luca De Angelis -  nonché il suo inserimento regolare nel sistema scolastico con l’assistenza sanitaria di cui necessita, dando tutti quegli altri ordini e/o divieti ritenuti utili ai fini della concreta tutela anticipatoria della posizione dell’istante. Il ricorso è stato assegnato alla prima sezione civile. Nei prossimi giorni sapremo la data dell'udienza.”

Sono svariate decine le richieste che ci sono arrivate in questi giorni relativi a casi simili a quello di nostra figlia – conclude Nicoletti -  e siamo certi che un provvedimento del giudice possa fare in seguito giurisprudenza per le tantissime famiglie di ogni parte d'Italia che si trovano nelle stesse nostre condizioni. Discriminare le persone solo a causa della propria condizione fisica è un reato, ledere diritti costituzionalmente garantiti è contro ogni norma, ma abbandonare al proprio destino famiglie fragili è letteralmente disumano e chi nonostante abbia la responsabilità di controllare che ciò non accada e rimane inerme, è colpevole quanto e più di chi materialmente decide che di te ne ha abbastanza.”

 

Mentre l'iter del ricorso prosegue, in parallelo è stata presentata in Consiglio regionale della Lombardia - il 18 ottobre - un'interrogazione a risposta scritta. La consigliera Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) interroga l'assessore competente per sapere:

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