Stampa

ROMA - Il problema dei risarcimenti alle persone che hanno contratto malattie infettive a seguito di terapie con sangue infetto, in modo particolare negli anni ’80, non è ancora del tutto risolto, o meglio, le soluzioni fino ad ora trovate, e stabilite per lo più nelle aule di tribunali, non lasciano soddisfatti una fetta di pazienti. Un gruppo di questi ci ha inviato una lettera per rendere nota la propria posizione e per avvertire che sono pronti a protestare a breve davanti a palazzo Montecitorio.

“Coloro che sono realmente interessati in qualità di danneggiati a lottare in prima persona contro lo scandalo del sangue infetto – scrive il Franco Zaninello, un uomo che vive a Padova ed è affetto da epatite C a seguito di una trasfusione avuta nel 1973 -  e che vogliono partecipare seriamente alla prossima manifestazione che si terrà a Roma davanti a palazzo Montecitorio scrivano all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando nome e contatto e-mail di ogni reale partecipante, ovviamente dopo aver divulgato a più persone questo messaggio. Mi raccomando, questa è l’ultima chance che abbiamo per gridare giustizia, dobbiamo essere in tantissimi”.

La data della protesta non è ancora fissata ma il gruppo promette che questa verrà comunicata via email a tutti gli aderenti.  Le ragioni di questa protesta sono da cercarsi in una storia lunga ormai più di 20 anni. Un riepilogo di questa vicenda lo fornisce Sandra D’Alessio del ‘Comitato sangue infetto’.

“L’iter della fantomatica transazione che avrebbe dovuto concludersi tra il Ministero della Salute ed i danneggiati dal sangue infetto, iter che è  iniziato nel 2007 e ad oggi non è ancora concluso, avrebbe permesso di mettere fine a circa 7000 contenziosi che sono in piedi nei confronti del Ministero della Salute – spiega -  Negli anni ‘80 vennero messi in commercio emoderivati e sacche di sangue non controllati, quindi potenziali veicoli di malattie infettive. A distanza di anni alcune comunità di malati come talassemici ed emofilici, si trovarono contagiati da Hcv (epatite) ed Hiv. Effettuate le dovute ricerche si scoprì che il sangue e gli emoderivati ne erano la causa. Siamo agli inizi degli anni ‘90 un ulteriore categoria si affaccia sul problema: i trasfusi occasionali, che hanno una caratteristica diversa, non essendo sottoposti a controlli specifici frequenti, si accorgono di aver contratto la malattia dopo tantissimi anni. Nel ’92 lo Stato riconoscendo la Sua responsabilità emette una legge la 210/92 la quale prevede un indennizzo solidale a coloro che hanno contratto patologia a seguito di trasfusioni o assunzioni di emoderivati. Cominciano i processi penali a Trento e civili in tutta Italia. Dopo estenuanti trattative il Governo Italiano decide di trovare un accordo: la prima transazione del 2003 con una parte di danneggiati circa 800 emofilici, ed alcuni talassemici vengono riconosciuti 416mila euro alle persone ancora vive e 618mila agli eredi dei deceduti. Logicamente nella trattativa non vengono inseriti paletti, il danno è stato causato e questo è quanto riconosce lo Stato. Da questa transazione però vengono esclusi  talassemici e trasfusi occasionali”.

Il processo penale – spiega ancora - da Trento viene spostato a Napoli: siamo nel 2001 e da allora non è più ripartito, il Governo italiano si costituisce parte civile chiedendo che venga configurato il reato di epidemia colposa e strage aggravata, reati che prevedono un prescrizione di 15 anni. I processi civili vanno avanti, il nostro danno secondo la giurisprudenza si prescrive in 10 anni, la maggior parte di noi è tutta in regola avendo fatto causa nei termini previsti dalla legge, ma, nel 2005 con la legge Cirielli, la prescrizione per questi danni da 10 anni passa a 5 e tutti noi che abbiamo un processo in corso  e che avevamo le carte in regola ci troviamo ad essere tutti prescritti. Le cause arrivano in cassazione, ma con la sentenza 581 del 2008 viene ribadito che la prescrizione è quinquennale a decorrere dalla data di presentazione della domanda dell’indennizzo 210/92. Un malato fa richiesta dell’indennizzo, ma fino a quando non gli viene riconosciuto il nesso causale tra trasfusione e malattia, lui non potrà mai sapere se la colpa è del Ministero della Salute, oppure può aver contratto la malattia in altro modo, ergo la prescrizione dovrebbe partire dal momento in cui la commissione medica ospedaliera riscontra il nesso causale, o come in molti casi, attendendo anni in giudizio per vedersi riconoscere un nesso causale, eppure no! Nel 2007 dopo anni di trattative tra Associazioni, Avvocati e parti politiche si arriva alla legge 222 e 244 del 2007 che prevede una seconda transazione con tutti coloro che hanno una causa in corso fino al 31/12/2007, la legge prevede lo stanziamento di 180 mln annui in un piano pluriennale, successivamente vengono aumentate le accise sulle sigarette vincolandolo al pagamento di queste transazioni. Anche se la legge non prevede paletti, nel decreto attuativo del 2009 viene inserita la locuzione “tenendo salvi i principi generali di prescrizione”. Iniziano i tavoli tecnici e cominciano i problemi di differenziazione tra le categorie di malati, viene inserita la prescrizione e paventate cifre completamente diverse in base alla categoria di appartenenza, emofilici e talassemici avranno le cifre della prima transazione in quanto vi è un precedente e bisogna rispettare analogia e coerenza, tutti gli altri cifre che partono da 60mila euro ma mai arrivano a quelle delle altre categorie e siamo al luglio 2010.
Le Associazioni non accettano che sia proprio lo Stato, che è il primo colpevole di tutto ciò, a discriminare i malati e a creare malati di serie A e B, da allora si blocca tutto.
Ripartono le trattative delle Associazioni con la classe politica del Governo Berlusconi, e si arriva a superare tutti i paletti imposti dal Ministero della Salute e dall’avvocatura con un atto politico il Dl del 5 maggio, il quale rispecchia i criteri della prima transazione, unica differenza il pagamento in 17 anni, ma per il resto tutto uguale! Siamo tutti felici e contenti dopo tanto penare, finalmente un po’ di giustizia….ma al momento della discussione nel CdM, l’allora ministro Tremonti lo blocca adducendo a tecnicismi da verificare. Da quel giorno il buio più totale, la cosa assurda è che quel documento era stato redatto con i funzionari preposti del MeF e del MdS, fatto a regola d’arte, inattaccabile sia dal punto di vista finanziario che procedurale e normativo”.

“Proseguono le cause – spiega ancora la rappresentate del Comitato - si arriva al TAR chiedendo di far concludere questo procedimento, il TAR prima e il CdS dopo condannano il MdS ad adempiere secondo legge 241.Il 2 febbraio dopo numerose richieste d’incontro è emersa la volontà di Associazioni e Legali  a costituire un fronte comune  al fine di ottenere giustizia per gli emodanneggiati. Evidenziamo che, nonostante l’adesione di numerose forze politiche sono venuti per un saluto, soltanto il Sen. Del Lillo (PDL) promotore di una mozione in Senato a tutela delle vittime e l’On. Patarino (FLI) promotore di analoga mozione alla Camera dei Deputati mentre il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato un messaggio. Rileviamo, inoltre, che nonostante fossero stati invitati alla riunione tutti i Ministri ed i  Sottosegretari, nessuno di loro ha partecipato o  ha delegato qualcuno a farlo. Altra assenza direi ingiustificata o forse sì, i media, invitati con grande anticipo come sempre, continuano a latitare, manifestando un disinteresse  totale per una strage che ha fatto più vittime del Terrorismo

“Ad oggi – conclude - ad oltre 1 mese, tra promesse da marinaio, decreti fantasmi, firme mai apposte, notizie negate, incontri negati o meglio nemmeno presi in considerazione dai nostri Professori preposti al Governo, l’unica pessima novità è una nuova linea della Magistratura divenuta estremamente dura ai nostri processi, dove sentenzia addirittura in diretta caricando il malato di spese esageratamente onerose senza pietà e senza appello. Temiamo che abbiano trovato un’altra via per sopprimerci in maniera definitiva, colpendoci oltre che nella salute e nelle nostre vite, attraverso le vie legali, negandoci anche quella dignità umana, negandoci anche le scuse, negandoci la possibilità di avere un minimo di riconoscimento e permetterci di curare quel male che con tanta incuria e tanto lucro per molti ci è stato donato 30anni or sono. Oltre 100.000 danneggiati, 4000 morti, fantasmi di un passato ma che pesano come un macigno sulla coscienza di molti. Tenteranno anche di levarci la libertà di denunciare e gridare il nostro sdegno, in uno Stato dove si hanno sempre più doveri e sempre meno diritti? Forse… aiutateci a non morire due volte”.

Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni