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Gli scienziati italiani chiedono che la sperimentazione sia bloccata

La vicenda legata a Stamina Foundation e al presunto metodo Vannoni, per il quale ancora si attende la consegna del protocollo all’Istituto Superiore di Sanità, non è poi così trasparente. Grazie a un’inchiesta di Valentina Arcovio pubblicata su La Stampa di oggi, risulta ora chiaro che dietro la Stamina e Vannoni ci sono degli interessi economici internazionali, o forse meglio dire multinazionali. E’ infatti la multinazionale Medestea a finanziare parte delle attività della Stamina Foudation. La società, presieduta da Gianfranco Merizzi, commercializza prodotti cosmetici e integratori a base di cellule staminali. E’ già stata sottoposta a un’inchiesta da parte del pm, torinese Guariniello, lo stesso che oggi indaga su Stamina.


“Il coinvolgimento di una multinazionale con Stamina dimostra quindi che c’è un evidente interesse economico sul metodo di Vannoni”  – dichiara Elena Cattaneo, docente all’Università di Milano e direttrice del centro di ricerca sulle cellule staminali Unistem. Si tratta di un interesse che potrebbe avere come obiettivo la deregulation dell’uso di cellule staminali mesenchimali, facendone passare l’utilizzo non come un farmaco ma come un trapianto, per seguire iter meno rigidi ed eliminare alcune fasi della sperimentazione, necessarie per provare la sicurezza e l’efficacia delle cellule.

Un utilizzo delle cellule staminali meno rigido potrebbe dunque far comodo a molti. Quando l’allora ministro Balduzzi aveva riunito un tavolo tecnico per capire se avviare o meno una sperimentazione con il ‘metodo Vannoni’ a spese del pubblico (e parliamo di 3 milioni di euro), la quali totalità dei rappresentanti scientifici si è dichiarata contraria a questa operazione. Eccezion fatta per Camillo Ricordi, docente dell’Università di Miami (Florida), dove dirige il celebre Diabetes Research Institute. Secondo quanto riferito da Michele De Luca - direttore del Centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari dell’Università di Modena e a sua volta membro del tavolo tecnico voluto da Balduzzi – Ricordi ha sostenuto che le terapie a base di staminali devono essere regolamentate come i trapianti, facendo inoltre presente che Usa e Giappone stanno procedendo in quella direzione.

In realtà, secondo quanto riportato da De Luca, l’unica prova della presunta volontà di deregulation degli Usa è rappresentata da una richiesta, fatta da Arnold Caplan agli enti regolatori americanti. Caplan è presidente della società americana Osirs Therapeutics, che ha già all’attivo la commercializzazione di un farmaco a base di staminali in Canda e probabilmente tutto l’interesse a semplificare le procedure di sperimentazione per commercializzare altre prodotti. Pare che Ricordi e Caplan si conoscessero bene e che Ricordi si fosse dichiarato disponibile a testare le cellule di Vannoni negli Usa.
Il decreto Balduzzi è stato però modificato e le staminali, sempre se Vannoni sarà in grado di presentare all’Iss un protocollo di sperimentazione valido, saranno trattare come farmaci a tutti gli effetti.
Nel frattempo anche Ricordi ha fatto marcia indietro, dichiarando “non sono un collaboratore di Vannoni, né un suo sostenitore”.

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