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Sempre più partecipanti al torneo di Ruzzle per i bimbi autistici organizzato dall’associazione ‘Una Breccia nel muro’

Oltre 5mila partite giocate e più di 150 iscritti: tutto nel solo mese di luglio. Questi i numeri di Ruzzle4 Autism, il torneo solidale di Ruzzle organizzato dall’associazione di volontariato ‘Una Breccia nel muro’ per raccogliere fondi da destinare all’assistenza dei bambini autistici.  Un’idea per la quale la stessa Mag, azienda creatrice del videogioco che spopola da anni, è scesa in campo da subito concedendo l’utilizzo dei propri marchi in licenza gratuita.


Vincere assieme la partita per l’autismo iscrivendosi alla gara è piuttosto semplice. Basta una donazione minima di 3 euro per acquisiere il relativo codice di accesso. A fine dicembre, poi, le premiazioni dei primi 5 classificati. Due le modalità per aderire: online sul sito www.Ruzzle4autism.org, oppure lungo le spiagge convenzionate e battute dai volontari che indossano magliette con il logo ‘Ruzzle4Autism’.  

Il disturbo dell’autismo colpisce un bambino ogni 150 nati.
Le persone che ne sono affette hanno grandi difficoltà ad interagire con gli altri e non comunicano in modo adeguato. Il loro linguaggio, infatti, può essere utilizzato in modo anomalo o addirittura assente. L’Associazione ‘Una Breccia nel muro’ si prende cura dei bambini autistici con età che va dai 2 ai 14 anni e predispone loro percorsi cognitivo-comportamentali intensivi. Inoltre, sostiene le famiglie al momento della diagnosi e forma gli insegnanti per favorirne l’accoglienza.

Giocare a Ruzzle allena la mente e fa bene al cuore – afferma Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Allena la mente perché mette alla prova la capacità mnemonica e quella di pianificazione di coloro che si cimentano nel gioco. Fa bene al cuore perché grazie al torneo organizzato da Una Breccia nel muro sarà possibile aiutare i ragazzi autistici, sostenendo l’associazione al fine di predisporre percorsi diagnostici sempre più tarati sulle peculiarità del singolo paziente”.

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