Stampa

“L’Agenzia italiana per il farmaco ha potuto ritirare in via precauzionale 24 lotti di emoderivati solo grazie all'esistenza di un sistema di tracciabilità e sicurezza che ha consentito di monitorare i donatori di sangue e sapere che due donatori forse avevano contratto quello che comunemente viene chiamato Morbo "della Mucca Pazza". Comincia così un comunicato stampa dell’Associazione Luca Coscioni  a firma di Marco Cappato che prende spunto dalla notizia pubblicata sabato scorso da Repubblica e poi ampliata da Osservatorio Malattie Rare con alcuni approfondimenti. Dalla vicenda, che l’Aifa ha definito una procedura assolutamente di ruotine, l’Associazione Concioni prende lo spunto per lanciare una richiesta di sicurezza ulteriore per i pazienti che debbano essere trattati con derivati di origine umana passibili di trasportare virus, batteri e prioni.

“Le stesse precauzioni e garanzie – dice Cappato  - non esistono purtroppo per tutti i preparati di derivazione umana. Sarebbe urgente intervenire sia a livello Comunitario che Nazionale per rimediare a questa carenza. Nello specifico dovrebbe essere adeguata la normativa comunitaria che giustamente prevede rigidi processi di lavorazione per le gonadotropine ricombinanti, ma non per i farmaci estratti dagli ormoni ipofisari di origine umana, le gonadotropine da urinari. Gli stessi sistemi di tracciabilità dei donatori dovrebbero essere in vigore anche per questa categoria di farmaci. Nel nostro Paese, inoltre, è in vendita il Meropur privo di idonee avvertenze come previste per i farmaci della medesima categoria. Sorge spontaneo chiedersi come mai non è rispettato il principio di precauzione su questi farmaci che presentano circa il 70 per cento di impurità e da recenti studi presentano anche la presenza di prioni. Sarà forse che questi farmaci sono più economici e quindi in questo caso la salute delle donne passa in secondo piano? O ci saranno altre motivazioni?”.
”La normativa comunitaria – aggiunge Cappato -  deve essere estesa anche a questi farmaci e a livello Nazionale il Ministro della salute e l'Aifa in assenza di norme sulla tracciabilità per le gonadotropine da urinari dovrebbero agire in via precauzionale per la tutela della salute delle donne ritirando dal commercio farmaci che per produzione non garantiscono sicurezza”.    

Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento. Maggiori informazioni