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Presentati a Roma i rapporti di Ernst & Young, Assobiotec e Farmindustria. Sono 32 i prodotti che hanno ottenuto la designazione di farmaci orfani

Sono stati presentati ieri a Roma il Rapporto “Biotecnologie in Italia 2012 ”, realizzato da Assobiotec ed Ernst & Young in collaborazione con Farmindustria e l’Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), che analizza i dati del settore e il suo andamento, ed il Rapporto Ernst & Young - Farmindustria " Biotecnologie del settore farmaceutico in Italia 2012 ", realizzato in collaborazione con Assobiotec, che approfondisce i temi del biotech nella farmaceutica.

Il primo rapporto ha delineato la situazione del biotech in Italia, che sembra non risentire particolarmente della crisi in atto.  “I segnali del mercato sono positivi e incoraggianti e nel 2011 la crescita è stata costante su tutti i principali indicatori rispetto allo scorso anno inclusi numero di imprese (+2.5 per cento) e fatturato (+4 per cento).  – ha detto Donato Iacovone, Mediterranean Managing Partner e Amministratore Delegato di Ernst & Young in Italia.

“Nonostante la difficile congiuntura economica – spiega Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec - le imprese biotech italiane continuano a dimostrare una notevole capacità di crescere, e di aumentare e ottimizzare gli investimenti in R&S, con un trend in controtendenza rispetto a molti paesi europei.”

“Il Rapporto parla chiaro – afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria -. I risultati finora raggiunti sono molto positivi. Le aziende attive nel red biotech (biotecnologie farmaceutiche), che operano in Italia, rappresentano il 60 per cento del totale e incidono per il 96 per cento sul fatturato complessivo dell’intero comparto biotech. In particolare nel settore del farmaco biotech la Ricerca è un fattore determinante: non a caso, in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Aifa, le sperimentazioni cliniche riguardanti prodotti biotecnologici sono ben 665 nel periodo 2008-2010. Numeri importanti che occorre alimentare per non perdere terreno nella competizione internazionale. È necessario sostenere gli investimenti in R&S con un adeguato sistema di tutela brevettuale, valorizzare le eccellenze, anche produttive, e il merito sul territorio con incentivi in aree strategiche. E, soprattutto in un momento così difficile per la nostra economia, puntare su innovazione e produzione biotech per offrire cure migliori ai pazienti e contribuire alla crescita. Altro tema fondamentale è eliminare le disparità di accesso all’innovazione a livello regionale e minimizzare i tempi di introduzione dei medicinali. Queste condizioni e un quadro stabile e certo di regole sono fondamentali per confermare i molti investimenti del settore in Italia e per attrarne di nuovi”.

Il biotech italiano continua quindi ad essere competitivo a livello europeo: il Rapporto Ernst & Young - Assobiotec “Biotecnologie in Italia 2012” censisce 394 imprese e posiziona l’Italia come il terzo Paese europeo in termini di numero di imprese pure biotech (248).

Spiccano le aziende dedicate alla cura della salute, ben 206 su 394 individuate. Il 77 per cento delle imprese del settore delle biotecnologie si caratterizza per essere di micro o piccola dimensione (rispettivamente, meno di 10 e meno di 50 addetti).  Il fatturato dell’intero comparto, pari a 7 miliardi di Euro, è in crescita del 4% per cento rispetto al 2011.
Le imprese sono localizzate prevalentemente al Centro Nord: spicca per numero di imprese la Lombardia (129), seguita da Piemonte (43), Lazio (42), Emilia Romagna (36), Veneto (25) e Toscana (24), Sardegna (23).

Il comparto biotecnologico vede crescere corposamente la propria capacità di innovare, come dimostrano i 319 prodotti a scopo terapeutico in sviluppo (dei quali 80 in fase preclinica, 43 in Fase I, 98 in Fase II e 98 in Fase III). Il trend è molto positivo (+35 per cento) per quanto riguarda il numero di prodotti e lo stadio di sviluppo da questi raggiunto. Si confermano l’oncologia e la neurologia le aree maggiormente presidiate.


Sono 32 i prodotti che hanno ottenuto almeno una designazione di farmaco orfano, frutto del lavoro di 22 imprese biotech italiane (12 pure biotech e 10 imprese del farmaco).

Su un totale di 30 progetti di Terapie Avanzate, 21 originano da imprese pure biotech, e ben 11 sono i prodotti che si trovano in Fase di sviluppo clinico. Anche in Italia le terapie Avanzate si confermano come un filone della ricerca biotecnologica estremamente dinamico: nel solo 2011, sono stati infatti avviati ben 4 progetti di terapia cellulare e 6 di terapia genica.

 

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